Arti e Mestieri, Universi paralleli

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L’uscita del concept Universi Paralleli coincide con il ritorno sulla scena della storica etichetta Cramps. E la ripresa delle attività musicali degli Arti e Mestieri danno ulteriore linfa a questa scelta “coraggiosa” e di mercato.

Sono tornati, dopo quindici anni; gli Arti e Mestieri son tornati per il loro settimo album, “Universi Paralleli” con la personale visione musicale che spazia tra rock, jazz, musica etnica e scena di Canterbury, che è ritornata ai livelli di Tilt, cult del progressive tricolore.
Succede spesso che nel rock ci siano ritorni, più o meno convinti, pochi in realtà consapevoli e carichi di positività.
Capaci di affermarsi anche all’estero gli Arti e Mestieri sono riconosciuti come una delle leggende della scena progressive rock in particolare dal 1974 al 1979 quando producono un successo dietro l’altro iniziando dall’esibizione al Parco Lambro, seguendo in tour la P.F.M. e gli Area. A ciò si aggiungono la produzione di alcuni album cult quali TILT, Giro Di Valzer Per Domani e Quinto Stato.
Lo stile del gruppo è intriso molto di jazz ma il girone dove si collocano è nel progressive grazie a quello stile che viene confermato anche in quest’ultimo lavoro. Certo la partecipazione a grandi festival e il loro girovagare all’estero ha fatto crescere e migliorare il sound di questa band che tutti noi ricordiamo bene e che ora ci colpisce piacevolmente con questo gradito ritorno.
Certo che riprendere dopo ben quindici anni è una vera e propria sfida come lo è anche quello di una vecchia conoscenza, ora di proprietà della Sony, la Cramps gloriosa etichetta nostrana.
“Universi Paralleli” è infatti anche il ritorno dello storico marchio Cramps, che tanto ha donato alla causa del Progressive-Rock italiano ed internazionale negli anni addietro con realtà ormai leggendarie come Area, Demetrio Stratos, Roberto Ciotti, Eugenio Finardi e gli stessi Arti & Mestieri, ritenuti all’epoca tra i paladini del marchio.
A commentare il progetto di rivalorizzazione di questa storica etichetta italiana è stato il General Manager Strategic Marketing & Catalogue della Sony Music, Paolo Maiorino, che ha dichiarato che l’acquisizione della Cramps da parte di Sony Music è il coronamento di un progetto di riscoperta e valorizzazione del patrimonio musicale e culturale che gli anni ’70 hanno generato in Italia. Così come altrettanto importanti sono state le dichiarazioni di Erik Alfred Tisocco, Presidente della Cramps, che ha così commentato: “Questo passaggio di testimone rappresenta sicuramente una svolta importante per la Cramps. Da parte nostra è stata una scelta giusta perché riteniamo che Sony sia una realtà prestigiosa, in grado di valorizzare ancora di più la storia e l’importanza di questo catalogo”.
Ritornando agli Arti e Mestieri, questa nuova produzione, oltre ai musicisti che da tempo militano nella band comeIvano Nicolo’alla voce, Roberto Puggioni al basso e Marco Roagna alla chitarra acustica ed elettrica, vede l’inserimento di musicisti di indiscusso talento come Piero Mortara fisarmonicista,tastierista e compositore, il violinista Lautaro Acosta, premiato piu’volte con onore dalla critica italiana di musica classica ed inoltre ospiti d’eccezione come Arturo Vitale (sax soprano) componente storico della prima formazione, Mel Collins straordinario saxofonista e flautista dei mitici King Crimson e Lino Vairetti degli Osanna, presente nella bonus Track “Nato”.

In “Universi Paralleli”, attraverso testi e musica il gruppo interpreta le diverse dimensioni della realtà che non vengono percepite nella vita quotidiana ma che condizionano comunque la coscienza di ognuno di noi. La scienza come la fantascienza, il paranormale e la psicoanalisi, suggeriscono l’esistenza di altre dimensioni spaziali, che il più delle volte sono ignorate o addirittura trascurate.
Ad esempio il personaggio descritto nel brano “L’Ultimo Imperatore” vive il lacerante contrasto fra una realtà deludente ed illusoria e l’accorato ricordo di un tempo nel quale l’impegno, l’ideologia e la solidarietà facevano soffiare quel vento forte e fiero che riempiva di energia. L’intera opera musicale, fortemente evocativa, in cui ispirate melodie vengono supportate da una ritmica passionale ed intensa vede l’integrazione di molte forme d’arte oltre alla musica, con l’obiettivo di creare una sinergia artistica unica che può essere riprodotta anche in performance live.
Ascoltando il disco sembra che ad esempio il brano Alter Ego riparta proprio dal pezzo di apertura di Tilt, una sorta di ponte che unisce le sponde del recente passato ma anche dell’imminente presente.
Insomma che dire: gli A&M conoscono bene l’arte musicale ed il mestiere di musicista, anzi di rocker. Non sarebbe stato di certo così se il gruppo non avesse avuto sulle spalle quarant’anni di storia. E che storia!

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