Loath !!! Insane mind festival… il gradito ritorno dei Dumbo gets drunk

LOATH INSANE MIND FESTIVALQualche anno fa capitarono dalle nostre parti, dove dicono di trovarsi molto bene, e da bravi salentini, li ospitammo nei nostri studi per una bella chiacchierata su quello che era stato il loro esordio musicale “Dumbo gets drunk”.

Non mi ricordo neppure come li avevo ascoltati o chi me li avesse segnalati, ad ogni buon modo questi ragazzi, dopo quell’ascolto, avevano attirato la mia attenzione sulle loro capacità artistiche post-punk e shoegaze personalmente gradite.

A dire il vero era già qualche anno che si muovevano negli ambienti, ma solo nel settembre del 2013 il loro progetto si consolidava con il rinnovo della formazione che li proietta nelle sonorità che più ci coinvolgono, quelle delle psichedelica.

Durante il nostro incontro scoprimmo che la loro era una psichedelia di certo non floydiana,  ma una strada di mezzo tra Doors, Velvet Underround, sonorità di sicuro neopsichedeliche e sperimentali ma imbevute di trovate psych anni 60.

Il  nome del gruppo è ispirato da un capitolo del capolavoro di Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio, denominato Jupiter and Beyond the Infinite, mentre il numero 23 è invece il giorno in cui è iniziata l’avventura di questi ragazzi, e cioè dal 23 maggio 2012 e, come dicono loro, oltre l’infinito. Partiti dalla provincia di Benevento a febbraio del 2014 esce “Dumbo gets drunk”, un EP di quattro tracce.

La prima ispirazione psichedelica è soggettivamente influenzata da suoni sperimentali e noise una produzione che porta alla realizzazione di un  nuovo progetto della band “Faces from the ancient gallery”.

Queste produzioni ottengono un ottimo riscontro e così la band nel seconda parte del 2015 affronta anche date all’estero, poi a marzo di quest’anno il tour con “Loath !!! Insane mind festival”, coprodotto da ben tre etichette indipendenti, “Mia Cameretta records”, “Teen Sound records” e “Edwood records”.

E vediamo ora questo lavoro brano per brano:

Call one ci proietta in una scena che già conosciamo bene, vale a dire quella del classicprog che sfocia in certi suoni primitivi velvettiani. Ma un ascolto più approfondito ci fa capire quanti questi ragazzi siano sonoricamente vicini ai migliori Warlocks che della psichedelica hanno fatto un’arma a doppio taglio tra noise, garage-rock e, appunto, psy. Ed è proprio il successivo “From the future to you” a confermarci questa nostra visione “onirica”. Ma qui confermo quello che mi passa direttamente per la mente in questo momento “sti ragazzi mi piacciono per lo stile che hanno saputo creare, uno stile personale – non copiato – che fa dei 23andbeyondtheinfinite una band che sfonda ovunque vada grazie a produzioni sempre azzeccate e ad una tecnica ammirevole dei componenti la band.The Wild Truth ha davvero un’apertura warlocksiana ma l’aria che si respira è quella di un film warholiano, infatti se provate a mettere questo brano in sottofondo ad un film del genio della pop art vi renderete conto che questi ragazzi di  Benevento hanno pure ispirazioni da factory. Il finale di questo pezzo ricorda espressamente uno dei finali cui i Doors ci avevano abituato: le influenze si sentono tutte non c’è che dire, se solo osassero di più. ConDarlene’s Donut la musica diventa più spaziale probabilmente ispirato alla provenienza del nome della band.

Get Wet!, 800€ e Bones Reverberation si ripetono poi nella forma ma anche nella formula dei precedenti pezzi, suoni non espressamente ricercati con un sound che diventa piano piano spigoloso. Di sicuro va apprezzata la sostanza di tutto il lavoro, nel suo complesso “Loath !!! Insane mind festival” è destinato a ritornare prima o poi all’ascolto perchè non è di certo un disco che ti può piacere al primo ascolto a meno che il noise, il garage-rock o il psycosound non siano abituali visitors delle tue orecchie. E comunque, siamo contenti di aver conosciuto questo gruppo che ha l’orgoglio di camminare sulle proprie gambe e se ben tre etichette indipendenti ci credono, allora vuol dire che “sti” ragazzi ci sanno fare. Avevamo visto giusto quando li ospitammo nel nostro spazio rock di Musicalbox.

 

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