Hostsonaten – SYMPHONY N. 1: CUPID & PSYCHE (2016)

Hostsonaten-500x500“Cupido e Psiche” il nuovo progetto degli Hostsonaten di Fabio Zuffanti che è già storia. Era troppo tempo che Zuffanti sognava di comporre una suite sinfonica su un tema mitologico. Questo lavoro che giunge nel 2016, si pone nel panorama musicale nostrano come una vera e propria pietra miliare. Sarà poi così?

Nella vicenda narrata da Apuleio, Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, diventa sposa di Amore-Cupido senza tuttavia sapere chi sia il marito, che le si presenta solo nell’oscurità della notte. Scoperta su istigazione delle invidiose sorelle la sua identità, è costretta, prima di potere ricongiungersi al suo divino consorte, a effettuare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l’immortalità. Apuleio è un grande amante dei viaggi: brillante conferenziere e curioso d’ogni scienza, filosofia o culto , come brillante ed unico è Fabio Zuffanti, genovese, che torna a cimentarsi col progetto Hostsonaten per la produzione di questo magnifico lavoro: Symphony N. 1: Cupid & Psyche.

Già, perché qui oltre al prog ci trovi anche altre sfumature. Il lavoro prodotto da Zuffanti fa riferimento, con i suoi dieci pezzi, ad una sequenza di suoni progressive e jazz che richiamano sonorità di “Terra”, album capolavoro del Banco che , guarda caso, Antonello Cresti inserisce nel suo “Solchi Sperimentali Italia” definendolo “tra quelli essenziali perché di una potenza e di una evocatività difficilmente ripetibili dove i riferimenti spaziano da Beethoven, alla grande musica russa del diciannovesimo secolo, per poi sviluppare le arditezze e le asprezze ritmiche di Bartok o Stravinsky”; insomma, un’opera davvero di ricerca.

Di certo il Zuffanti che conosciamo lavora incessantemente, non si risparmia, produce musica e libri come una macchina, ma questo suo ultimo lavoro è il compimento di un desiderio espresso da tempo e cioè comporre musica per orchestra e gruppo. Ed il risultato è una produzione di progressive sinfonico come da tempo non si ascoltava dove si passa da un sinfonismo lirico ad un rock capace di dare scosse ai nostri apparati uditivi.

Ma l’intelligenza di questo artista sta anche nel saper ben amalgamare musicisti di varia estrazione e ciò viene ampiamente dimostrato anche nei suoi precedenti lavori che coinvolgono Boris Valle, Stefano Marelli e Francesca Biagini provenienti dai Finisterre, e solo per citarne alcuni.

Di certo, questo suo nuovo progetto è quello più ambizioso; qui non c’è solo la musica a farla da padrone anzi, ben presto proprio l’opera in questione dovrebbe andare in scena il prossimo ottobre sotto forma di balletto e ciò grazie anche alla presenza nella produzione di partiture destinate agli ottoni, agli archi ma che interagiscono sublimemente nel rock più incisivo di cui parlavamo prima. E veniamo ai brani contenuti in questo “Symphony n. 1: Cupid & Psyche” che abbiamo ascoltato con molto interesse.

Ogni traccia ripercorre fedelmente il racconto narrato da Apuleio, legate in maniera maniacale alla sequenzialità del racconto; The Sacrifice è il riflesso di quattro minuti che anticipano di fatto l’apertura di un lavoro sublime in cui la band si fa ben notare per la capacità di amalgamare suoni rock a sinfonie prog. E’ in questo brano che l’ingresso delle tastiere anticipano l’innesto della batteria che nel successivo Zephyr vedranno il moog spaziare in assoli di vecchie memorie progressive. E’ poi la chitarra di Laura Marsano ad innalzare il risultato voluto e ricercato da Zuffanti in quel Love Scene che è una melodia ancestrale, quasi musica da film, anzi musica da “sogno ad occhi aperti” con una chitarra che raccoglie la sfida di essere poi il vero collante per una mini suite prog come non ne ascoltavo da tempo. Ed i fiati finali fanno poi da apripista al successivo Unmasking che è di sicuro il più bel passaggio del disco perché qui, in questo brano si mescolano magnificamente prog classico, fusion ed una sequenzialità di fiati unica e brillante, assolutamente da incorniciare. Con Venus (1st trial) ti accorgi immediatamente di come la genialità di Zuffanti & C. sia fuori dal comune per la capacità di condensare in soli quattro minuti diverse soluzioni sonore che oltre ad alternarsi si rincorrono, si cercano, si condensano per un risultato che è un unicum efficace e prolificamente produttivo. Un andante maestoso e dolce è invece quel successivo Entrapped (2nd trial) che sfocia sulle note di un piano che è solo l’apice di un perfetto raccordo tra i fiati e gli archi grazie a questo gruppo che è un prodotto rock orchestrale convincente, grazie a questi musicisti forti e ben consapevoli delle loro capacità produttive.

E’ invece il successivo Sheep and Water (3rd trial) a richiamare ulteriormente la nostra attenzione grazie ai suoi cambi ritmici che tanto gradiamo musicalmente e personalmente anche perché il “piano elettrico” è di sicuro uno dei nostri strumenti preferiti. Qui, scusate l’intrusione, il mio diventa un vero e proprio coinvolgimento personale, la musica di questo pezzo mi colpisce mi esalta mi estasia (e come può essere diversamente quando le partiture sono di tal genere?). Provateci anche voi una volta, magari con il successivo Underworld (4th trial) che emulando la precedente scrittura scivola via tra tastiere, ritmo ed un esaltante assolo chitarristico che non può non colpire per il sapore, quasi una sorta di preludio al pasto finale che ci attende. Già, il pasto finale che ci consegna due pezzi: il primo The Awakening passaggio incalzante alla maniera del progressive vecchio stampo, il secondo con The Ascension dove la melodia e il suono autoritario della chitarra sono la porta che si schiude alla sinfonia racchiusa in quaranta minuti di un album che, come tutti i lavori in cui Zuffanti è presente, farà storia.

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