ENIMA – Inconsapevole Viaggio (2012)

enimaL’inconsapevole viaggio degli Enima

Anche qui da noi, nel Belpaese, crescono e si sviluppano buoni progetti. Se poi a fare da sfondo ci sono bellissime terre che hanno sformato ottimi artisti, non ci si può fermare solo al rock. Anche qui il progressive fa sentire le sue liriche. “Inconsapevole viaggio”, la prima fatica degli Enima, è un prog in evoluzione.

Quando mi hanno segnalato questo gruppo, non riuscivo a capire come questa band fiorentina avesse un sound così multiforme. Un sound forte, come la bellezza è l’aggettivo che più si adatta alla terra toscana dalla quale provengono. Il fatto che poi la band piacesse a colleghi come Zoppo, la dice ben lunga su come, questi ragazzi, sanno il fatto loro. Il disco prodotto è un lavoro ben fatto ma soprattutto ben arrangiato, una sorta di poesia messa in musica. E’ raro di questi tempi (tranne che per band ben più affermate) trovare gruppi capaci di esprimere un sound di così alto livello, si proprio così, perché la produzione che ci è capitata tra le mani è veramente ben fatta. La tocchi sin dalla copertina, curata ed espressiva, un segnale questo che è già premonizione di ciò che durante l’ascolto abbiamo trovato su mp3. Forse, ed è giusto segnalarlo a questo gruppo che può tranquillamente crescere, quello che manca loro è quell’osare di più, magari andando oltre certe etichettature musicali che li contraddistingue.

Ma veniamo a questa produzione che già dal titolo “racconta”.

Inconsapevole viaggio” è la loro seconda fatica, direttamente autoprodotta nel 2012 a distanza di ben a sette anni dalla loro prima “The Sensitive Shoal”, con una formazione classicamente rock a cinque elementi.
Gli Enima provengono direttamente dall’underground toscano e sappiamo bene cosa vuol dire provenire da lì, un po’ come conosciamo bene quell’underground che contraddistingue la nostra terra d’origine, una terra che è ricca di suoni e straripa di gente che nulla ha a che invidiare ad altre realtà sonore.
Il rimando a certi gruppi prog anni ’70 come i Caravan è immediato già con il secondo brano di questo disco.
Frammenti di specchio, brano di apertura di “Inconsapevole viaggio” ti fa capire subito che ciò che ascolti è neo-progressive, un brano vivace che contiene vocalità giuste il tutto impreziosito da un cantato in italiano quasi a voler dire che se la lingua ufficiale del prog è l’inglese, l’italiano non stona in certi momenti. Da aggiungere poi che il sostegno ritmico di basso e batteria in tutto il disco è ben solido e collaudato.
Il secondo brano, Alpha Ursae Minoris, rispetto al precedente manca un po’ in dirompenza, ma contiene comunque melodie e ritmiche piacevoli nonostante la mancanza di supporto alla voce. Il finale del pezzo poi, recupera bene grazie ad un neoprog di buona fattura.

E giungiamo così a Il Sogno dove le individualità dei componenti vengono fuori in tutta la loro dirompenza, facendo sì che il brano in questione sia un pezzo forte intriso di un prog efficace, di una spanna superiore al successivo Notte nel deserto che solo verso la parte finale cresce grazie all’intercessione di una chitarra. Qui il paragone a certi movimenti musicali del Banco non stona, come non stona nel pezzo in questione la voce raddoppiata.
Con Enima finalmente emerge la vera anima prog del gruppo, brano tutto strumentale dove la band si cimenta in una composizione di piglio, che si accarezza già dal primo ascolto. Qui di certo non mancano quelle prerogative che abbiamo voluto segnalare sin dall’inizio in questa recensione, vale a dire che la “gioventù” presto può maturare in esperienza, e se questo gruppo è ancora abbastanza giovane di strada ne percorrerà, ma solo il tempo ci dirà quanto la loro maturazione musicale arriverà a compimento.
Sarà che ho riflettuto molto su questo lavoro, spesso però quelle convinzioni riflettute a volte diventano realtà. Una sequela di Intuizioni che oltre ad essere mie, personali, sono anche l’omonimo titolo del penultimo pezzo di questo Inconsapevole viaggio che per gli Enima deve diventare una consapevole certezza delle loro capacità compositive. Le intuzioni non mancano e questo disco le partecipa completamente anche a noi.

Con Motore Immobile si chiude questo lavoro che lascia un buon segno, così come lo esprime questa traccia che è una suite di undici minuti. Il pezzo è vivace, ben amalgamato, piacevole con un sax che si integra nel tessuto armonioso con la chitarra e le tastiere esprimendo una dinamica musicale convincente.
Se questo lavoro degli Enima al primo ascolto vi sembrerà un prodotto semplice, in realtà, con il passare del tempo, cresce e ti cattura, ti piace come può anche non piacerti, ma la semplicità anche dei testi poetici ed introspettivi alla fine da soli non bastano perchè la musica la vince su tutte … ed allora, questi Enima prima o poi, torni a riascoltarli.

Forse però, per un gruppo che si pone come obiettivo il rock, manca ancora una certa robustezza, ma quella si sa, viene con il tempo e sarà proprio quest’ultimo a dare la risposta alle capacità che fin qui gli Enima hanno saputo esprimere.

Buon ascolto.

 

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