Il nuovo album dei Litfiba, Eutòpia’

eutopia-copertina-album-litfiba“Abbiamo sintetizzato tutta la nostra storia”: così Piero Pelù e Ghigo Renzulli presentano “Eutòpia”, il nuovo album dei Litfiba. Il disco, arriva a quattro anni di distanza dal precedente “Grande nazione”. Nel corso di questi quattro anni i Litifiba hanno “riscoperto” il loro repertorio degli anni ’80 e ’90, portando in tour la cosiddetta “trilogia del potere” (1983-1989) e la “trilogia degli elementi”. “Eutòpia” è stato prodotto e arrangiato da Piero Pelù e Ghigo Renzulli, registrato da Fabrizio Simoncioni tra Roma, Firenze e Prato: “Per fare questo disco ci abbiamo messo un anno e mezzo: in realtà, la preparazione si è svolta negli ultimi tre o quattro anni. Abbiamo fuso insieme nel nostro ‘eutopico’ studio di registrazione idee che avevamo sviluppato individualmente”, raccontano Pelù e Renzulli in una chiesa sconsacrata fiorentina, “il bello di lavorare a quattro mani è che ognuno porta ciò a cui ha lavorato negli ultimi tempi, e poi ci si confronta. Quello che fa la differenza è il livello di fiducia reciproca che si instaura tra di noi, che è stato il valore aggiunto”. Il disco contiene dieci canzoni: “Maria coraggio” è dedicata alla storia di Lea Garofalo e di sua figlia Denise, “In nome di Dio” alle vittime degli attentati terroristici al Bataclan di Parigi del novembre 2015. Nella versione doppio vinile sono inoltre contenute due bonus track strumentali: “Tu non c’eri” (scritta da Piero Pelù) e “La danza di Minerva” (scritta da Ghigo Renzulli). Nell’album, oltre a Piero Pelù e Ghigo Renzulli, hanno suonato anche Luca Martelli (batteria), “Franky” Ciccio Li Causi (basso), Gianluca Venier (sintetizzatori), Antonio Aiazzi (pianoforte, mellotron), Fabrizio Simoncioni, Niccolò Fragile e Federico Sagona (tastiere): “Racchiude in sé la somma di tanti suoni, abbiamo utilizzato molti tastieristi per dare più varietà al disco: è un disco vario, ci sono dentro molti generi musicali, dalle ballate ai brani più aggressivi”, spiegano i due musicisti, “abbiamo fatto un disco in cui affrontiamo argomenti molto importanti, ma lo facciamo con la maturità che abbiamo raggiunto in questi anni. ‘Grande nazione’ aveva uno spirito più punk, più cazzotti nello stomaco: in questo c’è più riflessione. Il nostro progetto ‘eutopico’ riguarda un impegno che non ha bisogno di essere per forza volgare per raggiungere l’obiettivo. ‘Etuòpia’ è un disco nato completamente ‘nudo’, però non è diventato ‘sconcio’: non siamo degli esibizionisti”. Pelù racconta di aver proposto a Ghigo Renzulli di comporlo solamente chitarra e voce: “Abbiamo proposto un sound purissimo, senza trucchi, con pochissime sovraincisioni. È un disco sincero e limpido, questo: penso che il marchio Litfiba sia totalmente chiaro, lo rivendichiamo appieno”. “Il titolo è un manifesto, racchiude in sé tutto lo spirito di tutte le canzoni del disco”, rispondono loro, “è il bel luogo, non è il luogo che non esiste, è l’isola che c’è per chi ci crede e non si arrende mai. Se Eutòpia è un sogno, noi vogliamo continuare a sognare e a credere nelle nostre idee”.

Domenica 13 novembre, dalle 21.15, Sky Arte HD trasmetterà in prima visione “Speciale Eutòpia”, un documentario in cui la band toscana si racconta all’interno del suo studio di registrazione, parlando anche del nuovo album. Da marzo, invece, i Litfiba torneranno ad esibirsi dal vivo per quattro date: 29 marzo alla Kioene Arena di Padova, il 31 marzo al Mediolanum Forum di Assago (Milano), il 5 aprile al PalaLottomatica di Roma e il 7 aprile al Mandela Forum di Firenze. “Ci piacerebbe suonarlo dal vivo e interamente, vedremo se sarà possibile. Sarà un tour estremamente elettrico, la band sarà la stessa del tour di ‘Tetralogia’ dello scorso anno: Luca Martelli alla batteria, Franco ‘Ciccio’ Li Causi al basso, Fabrizio Simoncioni alle tastiere. Riarrangeremo tutto il vecchio repertorio, con alcune novità: sarà rock allo stato brado”. Le date primaverili saranno solamente le prime date di un tour più lungo. Dove i biglietti non verranno truccati…”, dicono loro alla fine della presentazione.

Fonte: rockol

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