The Dear Hunter Act V: Hymns With The Devil In Confessional

dear-hunter-250x250Un album di qualità può davvero essere registrato in brevissimo tempo? Accadeva spesso ai Beatles ma è accaduto anche ai The Dear Hunter che hanno registrato in pochissimo tempo, un lavoro che entusiasma ascolto dopo ascolto, una produzione che non è poi come le precedenti per questo gruppo che è una punta di diamante tra suoni progressive e rock.

Anche questa produzione dei The Dear Hunter ci ha colpito in questo 2016 che volge al termine. Già, un altro anno è passato, tra accadimenti elettorali, terroristici e di guerra; ma è trascorso anche con le polemiche scatenate per il nobel a Dylan e le lacrime e la commozione di Patty Smith che ad Oslo, durante la cerimonia di consegna del nobel a Dylan (che non c’era), si lascia andare a quell’emozione che solo la musica e la poesia (o la letteratura) sanno dare.

Un 2016 funesto che ha portato via personaggi come Bowie, Cohen ed altri, capaci nella vita di scrivere pagine di musica divenute storiche prima della celebrazione della loro morte.

Ai nostri figli avremo molto da dire di questo 2016, ma avremo soprattutto da consegnare delle autentiche perle musicali che hanno disseminato i giorni dell’orribilis anno del rock. E tra queste perle ci includo con piacere “Hymns with the devil in confessional”.

Con il diavolo il rock ha da sempre avuto un rapporto difficile, a volte grazie a quanto fatto da gruppi come i Black Sabbath, quel diavolo è sembrato sempre più vicino, così come lo è stato con la musica di Jim Page dichiaratosi da sempre ispirato e che hanno dato vita a splendide liriche come quel Stairway to Heaven, ispirato proprio all’angelo nero.

Il lavoro dei The Dear Hunter “Hymns With The Devil In Confessional” è un sapiente prog rock contaminato da indie rock, proprio come piace a noi, un album questo che come tutti i lavori del gruppo non sono facili da assimilare ai primi ascolti a meno che non siete portati naturalmente a ciò.

Brani come “The moon awake” o come “The most cursed of hands/who am I” sono eccellenti composizioni che come dicevamo hanno dalla loro la necessità di avere un ascolto “illuminato” per essere accolti con il dovuto stato d’animo. E più lo si ascolta questo album,  più ti accorgi che mancano sfaccettature sfuggite anche ad ascolti più raffinati; ma alla fine, quando riesci davvero a far tuo il “sentire”, capisci di essere di fronte ad un capolavoro come pochi.

Alla fine, il percorso musicale dell’intero disco ti induce a  convincerti di trovarti di fronte ad una varietà di stili che non ha semplicemente l’etichetta stampigliata del lavoro progressive ma che è anche rock, jazz, musica da camera, swing, insomma un lavoro degno di essere inserito tra la completezza di un racconto che parte da lontano, da molto lontano.

Come capita spesso a chi scrive, ci si innamora di “Hymns With The Devil In Confessional” sin da subito perché sul piatto c’è qualcosa di nuovo, di diverso dalla solita litanìa. Sarà perché è quasi Natale e l’amore – dicono – splende. Ma qui si parla del signore degli abissi; già il diavolo che ha finalmente deciso di confessarsi.

TRACKLIST

  1. Regress
  2. The Moon / Awake
  3. Cascadess
  4. The Most Cursed Of Hands / Who Am I
  5. The Revival
  6. Melpomene
  7. Mr. Usher (On His Way To Town)
  8. The Haves Have Naught
  9. Light
  10. Gloria
  11. The Flame (Is Gone)
  12. The Fire (Remains)
  13. The March
  14. Blood
  15. A Beginning

pubblicata anche su http://www.psycanprog.com

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