THE SHIP (2016) – BRIAN ENO – Prendere una nave sull’onda del genio

sc-brian-eno-the-ship-album-review-20160429Dopo aver approfondito gli studi sul “guru” Eno, grazie anche al volume pubblicato da Marco Calloni  che ne sviscera sia la personalità che la crescita artistica, abbiamo proseguito, durante questo 2016, negli ascolti a noi più consoni includendo tra questi the great Eno. E proprio quel lavoro di Brian Eno “The ship”, trova giusta collocazione al primo posto della nostra personale classifica degli album più importanti (sempre secondo noi) del 2016 sia per portata che per qualità. Certo, è sufficiente pensare agli artisti che questo funesto anno ci portato via per capire quanto, ad esempio, Eno sia stato fondamentale per almeno uno di loro. Ma la figura dell’ex Roxy non ha di certo bisogno di presentazione essendo stato la vera anima per nomi del calibro di David Bowie, Robert Fripp, David Byrne, James Blake e cosi via.

Così come non c’è il bisogno di un’introduzione alle sue installazioni che rappresentano l’essenza di un qualcosa di imperfezione umana, di atmosfera surrealista e surreale che solo un genio come Eno è in grado di creare.

Secondo Eno, il male più grande di una società capitalista come la nostra è che gli uomini mirano a dividersi schierandosi, per quanto possibile, gli uni contro gli altri. Basti pensare che oggi pochi uomini ricchi ormai detengono il potere contro il resto, quella restante parte di esseri umani, poveri, dove non era ad esempio inserita la middle class ovvero la classe media oggi più indigente che mai.

Ed è proprio “The ship” che analizza la nostra storia con uno sguardo al futuro, un’analisi che non è solo intellettuale ma anche musicale.

Eno sa cogliere subito nel segno con una produzione psichedelica e non solo, un viaggio attraverso la musica da compiere come un’odissea nella mente umana. La visione di Eno, il paesaggio che ne viene descritto, le sonorità prodotte dalla nave eniana si muovono oltre che nello spazio anche nel tempo. Un modo in musica di dire “siamo giunti all’apice della nostra creatività ed anche se le scienze possono risolvere i problemi, siamo estremamente fragili a confronto della potenzialità della natura ed alla casualità” (sue le parole). Bel lavoro questo di Eno (compresa la cover di un brano del compianto Lou Reed e dei suoi Velvet Underground). Consiglio di prenderla questa sua nave e non solo per solcare il mare dei propri pensieri, ma per muoversi in una nuova concezione del tempo. Non è mai troppo tardi per imparare a navigare.

TRACKLIST

  1. The Ship
  2. Fickle Sun

(i) Fickle Sun

(ii) The Hour Is Thin

(iii) I’m Set Free

pubblicata anche su http://www.psycanprog.com

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