Jethro Tull – Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die!

Rispetto a Minstrel questo lavoro dei Jethro Tull viene considerato sia dai critici che da gran parte del pubblico tulliano l’album meno convincente della band tra quelli prodotti negli anni ’70. Probabilmente a decretare questa opinione quasi generalizzata è la relativa brevità dei pezzi in esso contenuti e la melodicità che lascia un po’ a desiderare rispetto a quella emersa nelle precedenti produzioni. Probabilmente tutto ciò è dovuto al fatto che originariamente, i brani contenuti all’interno del disco erano destinati a diventare la colonna sonora di un film dove il principale   soggetto è un vecchio rocker, sofferente per i repentini cambiamenti delle epoche che non accetta di buon grado data la volontà di restare legato al suo passato. La storia nel suo sviluppo racconta di Ray Lomas, il protagonista della storia che subisce un incidente stradale, il quale durante il periodo di lunga convalescenza scopre che i brani rock da lui amati sono ancorati ai vecchi miti, ai vecchi tempi, alle vecchie produzioni rock di cui, lui,  è un vero e proprio nostalgico. E’ probabile che lo sforzo compiuto da Anderson & C. sia stato diretto inizialmente verso la produzione di un ipotetico film del quale il disco ne è la colonna sonora, film che rimarrà comunque ipotetico e non sarà mai realizzato nonostante lo sforzo compositivo fatto dalla band, sforzo che si traduce ben presto in un nuovo, ulteriore, mediocre lavoro. Spesse volte mi son chiesto come mai questo disco, che, nelle intenzioni dei Jethro era destinato ad essere una colonna sonora, non è intriso di quel rock tulliano cui la band da tempo ci ha abituato, mentre è invece ampiamente infarcito di ballate celtiche, brani elisabettiani e tutta quanta quella musicalità che ha portato poi molti dei fan dei Jethro ad odiare questo lavoro? Da un punto di vista strettamente narrativo, l’album può anche essere considerato nella sua totalità, un buon concept, almeno limitatamente alla storia narrata e ad alcuni brani, ma nella sua globalità musicale Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die! lascia un po’… sorpresi. Probabilmente anche la mancanza di una ritmica più coesa ha avuto il suo ruolo e ciò è presumibilmente dovuto all’abbandono della band da parte di Jeffrey Hammond-Hammond che sostituito con David Glascock non ha portato né ad un miglioramento né tanto meno ad una coesione di suoni nonostante sia stato ufficializzato l’ingresso di Dave Palmer alle tastiere ed orchestrazioni, che in questo modo sono raddoppiate. Ma se la componente tipica del suono Jethro è presente con melodie folkloristiche piacevoli, flautismi che a volte affascinano, ricchezza di acustica, e così via, in Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die! Sembra che tutti suonino in modo tale da produrre una specie di rumore invece che note e suoni definiti. Per avere un’idea di ciò è sufficiente notare come spesso le chitarre acustiche vengano unite ai suoni delle chitarre elettriche di Martin Barre. E veniamo ora  ad analizzare la componente brani: Quizz Kid, il pezzo di apertura, è una critica ai programmi televisivi di quiz che in quel periodo erano molto popolari anche nel Regno Unito. Il quiz è per Anderson & C. solo lo spunto per presentare la figura del concorrente paragonato ad un cittadino comune che viene però esposto al giudizio del pubblico, una specie di giudizio popolare ma anche un giudizio che Anderson e compagni sembrano chiedere al proprio pubblico. Il concetto principale contenuto invece nel secondo pezzo, Crazed Institution è che spesso i risultati ottenuti non sempre corrispondono a quelli previsti; qui il personaggio messo in scena viene descritto all’inizio del pezzo come una individuo che è finalmente convinto di essere diventato importante, ma il risultato è in realtà quello che poi, sapientemente, viene descritto e musicato alla fine del pezzo dove Ray Lomas, convinto di essere una star, una volta raggiunta la vetta del successo sente su di sé una certa pressione che lo porta a scoprire quanto la realtà sia ben diversa, vale a dire di non essere per nulla quel personaggio che la gente crede. L’album, nella sua totalità appare incastrato tra il menestrello Anderson e le canzoni folk-rock che, in questo caso, limitano un po’ la genialità della storia in esso contenuta che appare come un autoritratto di Ian. Nel complesso Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die! passando dalla bellissima chitarra classica contenuta in Salamander ai strani ritmi di Taxi Grab o al testo di Pied Piper o alla stessa Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die, se poteva rendere bene nell’idea iniziale di ricavarne un film o un musical, alla distanza lascia un po’ sospesi nel giudizio complessivo grazie ad alcuni momenti musicali davvero notevoli. Che dire di più? I Jethro Tull anche stavolta hanno colpito, per molti in positivo, per tanti in negativo, con un disco che lascia sospesi nel limbo molti ascoltatori mentre ne affascina altri. Nello scrivere questa recensione abbiamo cercato, come sempre, di non spingerci oltre il nostro compito anche se riascoltando Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die! pure questa volta sono state confermate alcune nostre teorie: i Jethro Tull sono sempre stati un gruppo sorprendente, capace di rinnovarsi in positivo ed in negativo nel loro lungo percorso progressive e folk, una band anomala dove personalità come quelle del menestrello Ian Anderson se da un lato sembrano abbiano avuto il sopravvento sull’intera band, dall’altra ci portano a dire che Anderson non sarebbe potuto esistere senza i Jethro e viceversa. Sarà che questo lavoro per molti è il meno convincente della band, sarà che per tanti è invece un buon risultato, ma la forza di questa band sta proprio qui: essere capaci di lasciar sospeso il proprio pubblico come per una sorta di viaggio interstellare nel vuoto.

 

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