Jethro Tull – Catfish Rising

Gli anni novanta sono di fatto l’inizio di un progressivo allontanamento di Dave Pegg dai Jethro Tull e l’arrivo del tastierista Andrew Giddings. Quel periodo fu per i Jethro caratterizzato dal ritorno a ritmi jazz e blues che si ritrovano nel disco che in questa sede stiamo recensendo, e cioè Catfish Rising. La produzione di quest’album ebbe inizio nel dicembre del 1990 dopo il tour con cui i Jethro Tull avevano portato in giro Rock Island. Ascoltando Catfish Rising si capisce sin da subito quanto Anderson e compagni abbiano voglia di mettersi alle spalle quei suoni elettronici che avevano caratterizzato le ultime produzioni. Per poter raggiungere questi obiettivi, i suoni acustici furono notevolmente adattati e sostenuti da una forte presenza del mandolino tant’è che il risultato ottenuto fu quello di un disco con suoni blues che richiamano in gran parte This Was, ricordato dai più come un bel lavoro della band. Stranamente in Catfish Rising tutto sembra funzionare; le melodie si presentano gradevoli, i flauti di Anderson e le chitarre ruvide ma suonate con grinta splendono solo dove è necessario che sia così, ed è anche chiaro che il carisma di Anderson porta la band a realizzare un percorso che dà all’intero LP quel senso di cosa sia realmente questa band e di quanto per il rock stesso rappresenti. Nonostante però la direzione verso un blues compatto intrapreso dalla formazione inglese, in Catfish Rising non mancano un buona quantità di materiale acustico ed una notevole dote di puro divertimento. Purtroppo, quello di cui si sente la mancanza è quel contrasto che ha sempre caratterizzato il suono tulliano anzi, spesso la musica ne risente in alcuni passaggi che ci appaiono fondamentali lungo i sessanta minuti che compongono l’album. Certo non possiamo affermare che questo sia un lavoro con la L maiuscola, ma nell’intera produzione Jethro, Catfish Rising assume una posizione rilevante per capire chi sono e cosa sono davvero stati i Jethro Tull in rapporto a lavori quali Broadsword and The Beast o Under Wraps. Nonostante tutto però, anche qui ci sono un buon numero di brani che meritano attenzione: ad esempio Rocks On The Road è una traccia folk-rock nel quale il solito Anderson tratta temi appassionati accompagnati da una concezione musicale che sfocia in un bel jazz capace di sorprendere,  e che in un certo senso indica la potenzialità della linea compositiva scelta. Ma oltre a buoni brani, alcune debolezze di quest’album le possiamo trovare ad esempio in pezzi come This Is Not Love che nonostante abbia un bel testo lascia musicalmente poco a chi ascolta, o meglio, a chi si aspetta qualcosa in più. MA ci sono cose che splendono anche qui, tracce che valgono e sono anche divertenti come ad esempio Sparrow On The Wall e When Jesus Came To Play dove nel primo pezzo si deve evidenziare la bella tastiera che fa un gran lavoro mentre, nel secondo, che ci appare più come un rock basilare, il risultato piacevole lo si raggiunge nonostante sia comunque un pezzo che presenta diversi limiti. Ma ci sono anche pezzi che impressionano come Thinking Round Corner, un brano intelligente ma che non si completa poi del tutto anzi, sembra che qui, nella composizione,  Anderson si sia perso e sappiamo bene tutti che negli ultimi tempi, forse a causa dei problemi avuti alla voce, il leader abbia perso un po’ di smalto e carisma. Per quanto poi riguarda tutto il resto dell’album è da segnalare la sua mediocrità in rapporto a quanto i Jethro sanno fare: infatti se Demons Occasional contiene dei bei spunti lirici, anche se in realtà suona quasi come un rock, Roll Yer Own si mantiene solo per quei vellutati suoni che contiene mentre Doctor To My Disease è un pezzo che rompe con tutta la struttura dell’album. Guardando nel complesso l’LP sembra che con questo lavoro la band si sia fermata allo stop senza porsi poi la domanda se sia il caso di proseguire o no; poi c’è il fatto che Dave Pegg sembra sia più interessato ad altre avventure, Martin Barre è più animato da suoni hard-core mentre Ian sembra proprio non essere più l’ideologo, il leader maximo di questa band. Che sia l’inizio di una nuova fase negativa nonostante Rock Island abbia dato segni diversi?

 

 

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