Alice Cooper – Paranormal

Lo schock rocker Alice Cooper è tornato, un nuovo album, Paranormal, è apparso nella sua discografia sterminata, con una partecipazione di musicisti di rilievo che evitiamo di menzionare perché è sufficiente scorrere la scheda. Cooper è noto per aver coinvolto nei suoi lavori tanti musicisti, ma stavolta, va detto, si è dato da fare come ai vecchi tempi. Tanto per citarne la provenienza di alcuni di loro: Deep Purple, U2, ZZ Top. In questo Paranormal anche se la voce di Cooper non è più all’altezza dei trascorsi passati, il rocker statunitense ha saputo calibrare il proprio apporto vocale con un approccio più morbido rispetto a quanto prodotto finora. Dall’ultimo lavoro Welcome 2 My Nightmare è passato diverso tempo, ma l’ultimo disco arrivato, è un album che oltre a farsi ascoltare lascia una scia di divertimento inusuale si, perché questo è anche una produzione che diverte e divertirà in futuro. Ad aprire è proprio il pezzo che dà il titolo all’intero LP, Paranormal, sostenuto da una dose di percussioni cui si aggiunge la solita chitarra che spiana la strada alla voce di Cooper ma apre subito anche al secondo passaggio Dead Files composto da un bel rock melodico ed hard allo stesso tempo non estraneo alla carriera di Cooper. E già da qui si nota il divertimento che mette in campo il buon vecchio schocker che con Paranoiac Personality ci riporta indietro ai tempi del miglior Cooper che si conosca mentre, Fallen In Love e Dynamite Road, sono il passaggio obbligato ad un richiamo, soprattutto con Dynamite Road, alla violenza e a quanto di meglio ci si aspettava dalle band che formarono la scena heavy metal negli anni 70-80. Proseguendo in questo nostro viaggio attraverso i solchi di Paranormal, come spesso è accaduto in diverse composizioni cooperiane, giunge anche il momento di prendersela con la politica, meglio ancora, con i politici, e così Rats è la visione politica della società, una sorta di inno chuckberryano dove è sempre giusto dare ai roditori quello che vogliono. Con The Sound Of A il suono diventa scuro e psichedelico, con uno sguardo proprio a quella psichedelica anni ’70 di stile floydiano, un pezzo che ci entusiasma davvero, quasi del tutto fuori dai consueti canoni stilistici di Cooper & band. Si giunge poi ai due pezzi conclusivi (esclusi quelli live inseriti ma dei quali in precedenti recensioni ne abbiamo parlato) Genuine American Girl e You And All Your Friends nei quali si toccano satiricamente i temi dell’identità di genere e la rivincita verso coloro che hanno distrutto il pianeta dipingendo il cielo di nero. Apocalissi finale, questa, di un disco che di paranormale non ha solo il titolo ma affonda le proprie radici in quei temi tanto cari allo stesso Cooper, uomo di spettacolo quando veste i panni dell’artista, uomo comune quando rientra nel costume della quotidianità. Giusto per dirla tutta: se ci si aspettava qualcosa di nuovo da Alice Cooper, Paranormal lo è, nello stile cooperiano, certo, ma comunque un nuovo capace di viaggiare con i tempi attuali pur non tralasciando la formazione base del buon vecchio hard-metal-schock-rock ai quali Cooper ci ha abituato da tempo. Come dire “chi si rivede …. non muore mai!”.

 

 

 

 

 

 

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