Lou Reed – Magic And Loss

Magic and Loss è un album sulla morte e su come ci si possa convincere che prima o poi arriverà il nostro turno. E’ un album che racconta di un testimone che ha assistito alla morte di un amico e di una battaglia persa contro il cancro. L’album è probabilmente il lavoro solista più emozionante sin dai tempi di The Blue Mask anche per la scrittura. Si parla della magia della vita ma si racconta soprattutto della necessità della perdita per mettere a pareggio le due cose, la morte contro la vita, la vita contro la morte. Tutto in questo album è così, compresi i suoni che Reed e Mike Rathke tirano fuori dalle loro chitarre, da quegli strumenti che assurgono ad una sorta di marcia rock funebre. Lou Reed racconta qui dello strazio di una vittima del cancro, dei trattamenti chemio, del decadimento fisico ma anche del dolore che una simile situazione è in grado di scatenare in chi è vicino al malato, all’amico. Ma c’è anche speranza, l’ultima come sempre a morire. L’album commemora la morte ad inizio anni ’90 del cantautore Jerome Doc Pomus conosciuto da Reed nel lontano 1988 che negli anni a cavallo tra i cinquanta ed i sessanta aveva scritto una serie di successi anche per Presley. L’altra era una carissima amica di Reed, sconosciuta ai più, ma che era stata importante per il rocker. Quindi siamo qui di fronte ad un disco che parla anche di amicizia, non solo di sofferenza e di morte. Magic and Loss fu realizzato dopo interminabili ore di lavoro con Mike Rathke perché, come sempre, il caparbio Reed, il perfezionista Lou voleva arrivare ad avere, per quell’album, un suono inquietante; e così fu. Il disco, quando lo si ascolta porta inquietudine, trepidazione, preoccupazione anche se l’apertura lascia ampio spazio, dopo, a divagazioni su come ci si sarebbe aspettati questo disco. La partenza, affidata ad un’apertura heavy metal viene messa da parte per lasciare spazio alle prime riflessioni e tutti i quattordici pezzi in esso contenuti sono veri e propri segnali sulla sofferenze che provoca la malattia (What’s Good: The Thesis, Power and Glory: The Situation). E tutto si manifesta nella evidente vulnerabilità del canto e della scrittura di Reed che recita in  No Chance: Regret  “Ti vedo in ospedale, il tuo umorismo è intatto / sono imbarazzato dalla forza che mi sembra mancare”. A nessuno era venuto mai in mente di scrivere un intero disco sulla morte di due cari amici, un intero disco che lascia trasparire un Lou Reed forse più melodico e meno rocker del solito ma come sempre crudo e reale, come lo è stata tutta la sua vita, anche quella passata attraverso questo disco quando Reed scopre finalmente di essere un vero e proprio scrittore. E non è un caso se Magic and Loss venne votato come il sedicesimo miglior album del 1992 dal The Village Voice. Questo disco è un lavoro che parla di morte, di quella immensa battaglia che molti esseri umani devono combattere contro forze oscure ed opprimenti come il male del cancro; in questo disco le liriche affrontano il tema della morte senza pudore ed a risaltare (dal punto di vista musicale) sono gli scarni arrangiamenti che Reed ha voluto dedicargli. Ma non tutto nasce per caso, almeno nel caso di Lou Reed ed in particolare di questo Magic and Loss; Lou Reed come al solito, da perfezionista quale è sempre stato, pone un altro tassello nella sua incommensurabile opera di artista multiforme e lo fa con la semplicità dei suoni ma con la crudezza e l’asprezza delle parole per i cari amici perduti. Magic and Loss è un proiettarsi oltre la morte, è un testamento mai scritto, è un capitolo a se della vita di un artista che sin dalla giovane età ha sempre scherzato con la morte ma ora che questa l’ha colpito negli affetti più cari, l’unico modo per sovrastarla è dedicare attraverso gli amici perduti, un lavoro alla  morte. E lo ha fatto!

 

Ti potrebbe anche interessare