Lou Reed – Hudson River Wind Meditations

Gli appassionati di Lou Reed hanno imparato ad aspettarsi l’inaspettato da questo artista, e l’esempio lampante è proprio Hudson River Wind Meditations che lascia di stucco sul trasformismo di questo musicista. Dopo quarant’anni di rock, questa volta Lou Reed guarda con attenzione al mondo della musica meditativa portando gli ascoltatori in un territorio nascosto alla scoperta del proprio io interiore. Reed, questa volta, si avvale anche degli Inner Spaces per presentare questo suo primo lavoro musicale meditativo che richiama alla mente alcuni momenti che possiamo scovare, con un attento ascolto dell’intera opera louriadiana, anche in altri dischi del rocker newyorkese. Lou Reed porta la sua esperienza di rocker navigato e la mette a disposizione di un lavoro fatto di ricerca sonora ipnotica che vuole spazzare via la tensione e l’energia negativa attraverso suoni che si avvicinano molto all’elettronica, aggiungendo anche un passaggio ispirato alla dott.ssa Shelley Peng che utilizza l’agopuntura come mezzo di guarigione, pratica alla quale lo stesso Reed si è sottoposto. E’ lo stesso musicista poi, a dichiarare che la composizione dell’album ha avuto come unico scopo quello di diventare uno strumento sostitutivo dell’euforia quotidiana attraverso l’rdinato scorrere di suoni ambient che avrebbero dovuto avere l’effetto di esplorazione dell’animo. Non c’è molto da dire su questo lavoro perché la trascrizione di una musica destinata al proprio io, al proprio sub inconscio non può essere fatta in maniera esaustiva. L’unica cosa che si può fare è mettere il cd nel lettore o il disco sul piatto e lasciarsi prendere.

 

 

 

 

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