Le Orme – Collage

Gli anni settanta corrispondono al periodo forse più oscuro della nostra Repubblica. Il terrorismo, le contestazioni studentesche, le lotte operaie, gli scontri di piazza e quelli sociali e così via; ma sono anche gli anni che verranno ricordati come gli “anni di piombo”, e sappiamo tutti bene perchè. Ma sono anche gli anni che hanno segnato un’epoca d’oro per il rock perché vengono pubblicati album diventati poi pietre miliari: per citarne alcuni Stairway To Heaven del Led Zeppelin, Electric Warrior dei T. Rex, Animals dei Pink Floyd, Third dei Soft Machine e così via via. Ma ci sono anche tanti altri album di band italiane che hanno dato un contributo notevole a questo interminabile elenco. Per semplificare, ci limiteremo ad evidenziarne qualcuno che ha però nel progressive rock la sua espressione cardine: P.F.M, Banco, Osanna, Trip e … Le Orme. E se ai King Crimson viene attribuito lo scettro di alfieri del progressive, grazie al capolavoro In The Court Of Crimson King che ha di fatto coniato la musica progressive dando il là ad un’epoca mai estintasi, alle Orme viene assegnato lo scettro di alfieri del progrock tricolore grazie all’album Collage che non può assolutamente mancare nelle discografie degli amanti di musica, in particolare del rock e di qualsiasi estrazione esso sia (hard, punk, psichedelico etc..). Collage in realtà, come spesso accade per band che hanno dato il via a nuovi generi, e quasi sempre coincisi con la pubblicazione del primo lavoro, seguono con questo disco la pubblicazione di Ad Gloriam (1969) e L’Aurora Delle Orme (1970) oltre che diversi singoli pubblicati (sembra) solo per necessità radiofoniche. Ma già dalla composizione della band, che consta di tre elementi, Aldo Tagliapietra – voce, basso e chitarra acustica -, Antonio Pagliuca – organo hammond e pianoforte -, Miki De Rossi – batteria -, sembra che si voglia richiamare a grandi linee la classica formazione a tre quali gli E.L.&.P. ai quali, sin dal loro avvento, sembrano ispirarsi. Chi ha avuto come me, in quel tempo, la possibilità di assistere ad uno dei loro concerti si rese subito conto di quanto l’influenza british fosse palpabile anche se, poi, tutto il lavoro svolto era frutto di una genialità tutta italiana, quella fantasia che ben presto arriverà al potere oltrepassando i confini per giungere poi in Gran Bretagna (Banco, Osanna) e, con la PFM, negli USA. Ispirati come non mai da supergruppi quali Genesis e King Crimson, Le Orme offrono un sound forte, compatto, con arrangiamenti che sfidano il migliore dei gruppi progressive allora in circolazione. La fantasia delle composizioni, con quel sound unico, gli arrangiamenti accuratissimi che non lasciano spazi sugli spartiti a note fuori posto, si librano oltre quello che Blake definiva “le porte della percezione”. Ed è così che Collage diventa il punto nodale che porterà ai successivi prodotti quali L’Uomo Di Pezza e Felona E Sorona. Ma Collage va oltre tutto questo disegno, allora futuristico, oggi realtà; lo strumentale Collage è leggendario ed è proprio qui che risalta tutta la creatività della band; la successiva Era Inverno nasce da un arpeggio per proseguire con l’aggiunta di organo hammond e basso in un assolo a due dove la batteria, unita allo stesso hammond, dimostrano le capacità tecnico-strumentali di Pagliuca e De Rossi. Ma anche i testi sono impegnati; qui ad esempio si parla di una prostituta, e sembra che il trio per far ciò nella maniera migliore, prenda a prestito le capacità di un certo De Andrè che di raccontare gli ultimi ne ha sempre fatto un mestiere. Ma la musica è fatta poesia anche nel proseguo  dell’album: Cemento Armato è il segnale di una lotta ambientalista e di un messaggio che sa farsi musica e che musica signori, basti pensare al ritmo jazzato della batteria ed a tutta l’improvvisazione musicale che  non lascia né spazio né fiato a chi ascolta. Quando arriva poi, Sguardo Verso Il Cielo, ci si accorge che è quello il vero diamante di Collage, che col suo inizio solenne, colmo di note e di passaggi sonori mettono in piena luce la stupenda tecnica compositiva ed esecutiva di questo trio, che solo con quest’album ha cambiato il volto del progressive italiano. Collage è però anche l’album ponte tra il beat ed il prog in Italia, dove le fughe strumentali sono poi, alla fin fine, l’essenza di una nuova alba che si staglia all’orizzonte musicale anche qui da noi. Se poi a ciò si uniscono i testi che trasbordano di socialità e di reazionarietà …beh allora possiamo davvero affermare che da qui parte una nuova avventura per la musica rock in Italia. Dobbiamo dire meno male che è avvenuto così ed aggiungere che siamo stati davvero fortunati che qualcuno abbia lasciato  Le Orme sul terreno. Almeno così la strada fin lì disegnata dal rock progressivo italiano, e non solo da quello, è stata finalmente segnata. Un grande album, Collage, che non deve mancare nelle nostre collezioni anzi, non può assolutamente mancare! E pensare che tutto questo dura solo 33:39 minuti!

 

 

 

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