Reale Accademia Di Musica – Reale Accademia Di Musica

La Reale Accademia di Musica più che per i dischi sono passati alla storia per aver fatto da spalla alla tournee in Italia di Jimi Hendrix. La loro era una musica progressive che si ispirava in modo particolare al blues, alle atmosfere beatlesiane infarcita com’era di quelle ariosità neoclassiche  che contenevano molto pianoforte e passeggiate acustiche dove la chitarra era spesso in primo piano. Di sicuro questo lavoro ha rappresentato  e rappresenta tutt’ora uno dei lavori più significativi del prog tricolore che, ad honor del vero, ha dato molto alla musica internazionale in tutti i sensi. Romani de Roma, la Reale Accademia di Musica ha saputo con minimi passaggi influenzare il prog italiano dopo essere passati attraverso la trasformazione degli allora Fholks, attivi verso la fine degli anni ’60 prodotti da Maurizio Vandelli che sarebbe poi diventato l’ossatura degli Equipe 84, ma destinati a sciogliersi in poco tempo anche per il furto del furgone che conteneva tutta la strumentazione. Ma veniamo a questo capolavoro discografico, come lo intendono in molti, forgiato musicalmente da Cabanes, Trolani, Agrimi, Pavone e Stefani. Composto nelle zone romane il disco viene pubblicato nel 1972 grazie all’etichetta Ricordi; i suoni e le atmosfere sono piacevoli ma dilatate anche se con un’inizio tastieristico che si trascina per ben otto minuti tra tocchi avoriati e la voce di Cabanes che  forgia una sorta di introduction al prog che giunge al suo culmine a metà de Il Mattino dove, finalmente, il gruppo sfodera un progressive ben definito con un contorno anche in perfetto stile underground. Con Nessuno sa invece ci si tuffa in un pop solito, già sentito, ma comunque utile ad interrompere lo strapotere tastieristico finora presente nelle tracce. Poi con Padre, il sound si fa ancora una volta originale inglobando in sé bei passaggi di blues rock che richiamano alla mente fasti di altre grandi band d’oltreoceano. Lavoro in città è invece molto più strutturata, meno leggera ma composta in maniera ineccepibile con cambi di ritmica che richiamano anche suoni jazzati e ben piazzati al momento giusto. Il brano di chiusura poi lo si può considerare il vero capolavoro di quest’album d’esordio: infatti, Vertigine rappresenta il sunto di un album che per composizione ed arrangiamenti è davvero il migliore di tutti. Comunque, al di là o meno dello stile Reale Accademia di Musica è un disco che si può considerare unico per quanto lo stesso rappresenta sia musicalmente parlando sia per i bei testi che lo completano. Va comunque evidenziato che questo è un lavoro che si presenta ben strutturato, in particolare nella seconda parte del disco, con una libertà unica lasciata ai componenti della Reale Accademia di Musica che producono musica ben strutturata ma anche coinvolgente nonostante la sua “troppa” elaborazione che passa dall’acustico all’elettrico con una semplicità davvero ragguardevole e che fa ben pensare di questa band romana. E come spesso accade, alle band che devono essere considerate fondamentali, basta un solo disco per forgiare nel rock il proprio nome come questo che è un disco che non può mancare nelle collezioni di nessun amante del progressive e non solo italiano.

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