Family – Family Entertainment

Family Entertainment succede degnamente al primo album dei Family, Music In A Doll’s House pubblicato nel 1968 e prodotto da Dave Mason dei Traffic per la Reprise Records. L’unica cosa che contraddistingue Family Entertainment è la mancanza di quella magia che era stata costruita intorno all’album di esordio fatta eccezione per alcuni pezzi come ad esempio Face In The Cloud. Con Family Entertainment resta comunque in piedi tutta quella inclinazione a composizioni art rock che grazie alla splendida voce di Roger Chapman rendono unica nel suo genere questa loro seconda fatica. Nella composizione strutturale di Family Entertainment l’album ha un approccio diretto e ciò grazie all’insieme ordinato dei pezzi anche se poi, alla fine, tutto il lavoro sembra essere più una raccolta di canzoni che, come si usava in quegli anni, una narrazione articolata. E così come avvenuto per l’album di debutto anche la caratteristica di Family Entertainment è l’intensa voce d Chapman che viene impostata su strutture che se all’apparenza sembrano complesse, in realtà sono semplici ed orecchiabili. La prima traccia, The Weaver’s Answer, si sviluppa attraverso testi di pura poesia che conducono ad un crescendo della voce, una differenza questa che si nota all’ascolto di Hung Up Down, spensierata e giocata su splendide armonie folleggianti. Con Emotions invece l’ingresso delle tastiere è davvero stucchevole ed in grado di rendere questo passaggio necessario per la completezza di un album che è, a dir poco, fantastico nelle variazioni delle musiche, almeno per noi. Second Generation Woman è la canzone più sorprendente dell’intero lavoro anche se in alcuni momenti sembra acquisire un certo distacco. Ciò conferma quanto dicevano a proposito della mancanza di magia che ritroviamo in Music In A Doll’s House: qui infatti il rock non è più psichedelico, la propensione è più prog ma alla fine l’intero lavoro si presenta come un assestamento di diverse influenze, il che lo rende proprio per questo piacevole all’ascolto. Family Entertainment è più coerente forse, non certo un capolavoro ma in grado di contenere un piacevole e divertente sound “familiare”. Roger Chapman dimostra appieno le sue doti di cantante straordinario, ma anche gli altri componenti della band non sono da meno infatti, sono proprio loro ad inserire quelle influenze jazz e quegli archi che anticipavano di molto band che sarebbero arrivate di lì a breve come i King Crimson, la Mahavinshnu Orchestra o gli stessi Genesis che, come ebbe a dire lo stesso Peter Gabriel, furono molto influenzati dal sound dei Family. Proseguendo nell’analisi dei brani di Family Entertainment lo strumentale Summer ’67 è caratterizzato da un gradevole assolo di violino e sassofono mentre How-Hi-The-Li ci offre un Roger Chapman al meglio con la voce che ti scorre dentro come accade ad un attore che sta leggendo una poesia che qui si fa musica e basta. From Past Archives si presenta come una bella e gradevole ballata sostenuta da un suono armonico e preciso mentre con le successive Dim e Procession sono incorporati il banjo ed il pop; ma ciò accade anche in Face In The Cloud dove ritroviamo un bel sitar che dà al brano quell’atmosfera quasi orientaleggiante. Ed infatti, il sound dei Family si contraddistingue per le influenze folk, country e pop, generi questi che la band di Chapman radica perfettamente in un blues vecchio stampo e che fa di Family Entertainment il lavoro che rende giustizia delle abilità e delle influenze musicali dei Family. Se lo si ascolta attentamente non ci si può non accorgere della fusione perfetta tra melodie di tipo madrigale e la linea più armonica di un blues rock da capogiro. Questo è l’album che porterà la musica dei Family verso una nuova direzione anche se resterà sempre il classico del quale non se ne può fare a meno; infatti Family Entertainment è considerata la migliore produzione realizzata dai Family dopo lo straordinario debutto. Dei Family resta, purtroppo, un solo rammarico e cioè quello di essere stata una band che troppo presto è finita nel dimenticatoio quando invece, proprio il sound da loro prodotto aveva tutti i crismi di un pure rock senza fronzoli, così raffinato tecnicamente che spingeva la creatività della band al di là di quella che sarebbe poi divenuta la “scuola” del rock operaio che i Family, nel ben e nel male, hanno sempre rappresentato.

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