Ancient Veil – Rings Of Earthly Live

Non è mai facile parlare di un disco registrato live perché lì, in quel supporto, di solito è riportato il suono di un’artista senza i sofisticatismi sonori che possono essere riprodotti in studio, oggi più che mai sempre più computerizzati. E già, infatti, quanti di voi oggi possiedono una piccola sala prove o di montaggio letteralmente fatta in casa? Il prodotto di cui vi parliamo, è il risultato del concerto che la band tenne lo scorso novembre alla Claque di  Genova tra pezzi di vecchia data e nuove composizioni che uniscono di fatto una storia che non ha voluto mai spezzarsi né piegarsi a ragioni di mercato o altro. Non c’è alcuna nostalgia in Rings Of Earthly….Live ma solo un buon prog che ha tanto di vellutato nei suoni e nei ricami alla maniera dei mai dimenticati vecchi Genesis. Rings Of Earthly rimanda ad una delle migliori formazioni del progressive italiano degli anni ottanta; nati proprio negli ottanta a Genova gli Eris Pluvia vantavano la presenza nella band di Edmondo Romano, Alessandro Serri e Davide Bova che oggi sono la vera e propria ossatura degli Ancient Veil insieme a Massimo Palermo, Marco Fuliano, Valeria Caucino, Marco Gnecco, che, con il nostro amico Fabio Zuffanti alla chitarra e Stefano Marelli, entrambi dei Finisterre, danno un contributo notevole per la riuscita di questo splendido lavoro. Questo è un disco dove la presenza del sound canterburyano è davvero forte e notevole e a ciò basti pensare alle splendide atmosfere che risaltano un prodotto già di per se pregevole. C’è tanto di Caravan e dei Camel in questo disco che nelle influenze e nel dna ha proprio quel Canterbury sound a molti caro. La dolcezza è sempre lì in primo piano, i suoni sono curati come se fossero davvero in sala di registrazione ed i risultati sono proprio quelli che ti aspetti da una grande band. Rings Of Earthly….Live oltre ad essere un lavoro da consigliare vivamente a chi di progressive si nutre, fa brillare la classe degli Ancent Veil che, in ben settantatrè minuti, ripercorrono trent’anni di carriera e di new progressive di matrice italiana. Ancient Veil, il pezzo di apertura, dà già l’idea di quello che ci aspetta tra set acustici ed elettrici capaci di supportare una sorta di fiaba rock vecchio stampo; Dance around my slow time si presenta invece quale brano acustico che cresce man mano in una ritmica pregevole, mai al di là del proprio territorio, per poi riadagiarsi su quelle sponde di un progressive dove si inserisce un’assolo di Alessandro Serri che tra chitarra e voce rende fantastica quest’atmosfera che ci si presenta davanti. Con The dance of the elves è facile essere catapultati in un bel folk che diventa un vero e proprio apripista al successivo Creature of the lake brano che definire meraviglioso è davvero limitativo se non lo si ascolta con la dovuta tranquillità che l’intero disco emana. Rings of earthly light (suite) con EarthcorePortrait, Sell my feelings, Following her in a fantasy lake, e I re emerged ancient knight le sottosezioni del brano, è stucchevole, caparbio, grandioso al punto giusto, una grandiosità che non deborda mai anzi cavalca l’essenzialità di una musica composta da grandi musicisti. Ma qui tutti i pezzi hanno una loro storia musicale fatta di quello stile che viaggia tra il Canterbury e le influenze delle grandi band targate Charisma. Probabilmente ciò che ci colpisce di più è che una siffatta band, completa in ogni sua sfaccettatura, sia stata considerata solo ed esclusivamente dalla stampa specializzata. Si perché al pari di altri grossi nomi italiani, gli Ancient Veil meritano un posto d’onore sia nella storia del rock italiano che nella produzione di genere. Noi non ce li siamo lasciati sfuggire, avremmo commesso un peccato imperdonabile che nemmeno il confessionale avrebbe potuto cancellare. Rings Of Earthly….Live, prodotto dalla Lizard Records e distribuito dalla Black Widow Records è tutto ciò che di meglio si possa chiedere da un live progressive.

 

 

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