Goad – Landor

Dalla Black Widow Records arriva questa interessante produzione che viaggia nei suoni più accattivanti che rendono il progressive l’unico luogo sonoro dove le note si incontrano e si intersecano senza alcun strafare. I Goad sanno viaggiare tra un hard prog che sfocia spesso in un dark da sogno dove, come…. in un’arcobaleno appaiono i colori di un progressive che è senza fronzoli. E la capacità di questi fiorentini sta proprio nel saper rendere i suoni creati la base personalizzata per una voce, quella di Maurillio Rossi, che lascia un segno unico nella produzione dei Goad. Viaggiando tra suoni soffusi di chitarre acustiche, o con l’inserimento di quelle elettriche ed una doppia batteria che non stona, anzi, Landor si presenta a noi come un disco che merita non solo ascolto ma anche occhio. Già dalla copertina, misteriosa ma allo stesso tempo degna del contenuto del cd che ci è giunto nello stereo, il dark sembra dover padroneggiare in questo lavoro …. ed invece se di dark potremmo parlare come suono, alla fine dell’ascolto ci sembra di essere rinati perché questa band fiorentina, tecnicamente in gamba, sa dare alla musica quell’impronta di italianità che in giro mancava da tempo. Probabilmente la scelta di cantare in inglese è stata dettata dalla necessità tecnica di amalgamare per quanto possibile il cantato con la musica prodotta. I Landor, come sempre, partono nelle loro composizioni da spunti letterali e ciò la dicono lunga sulla loro capacità di saper fare del rock anche un impegno culturale e non solo musicale, infatti già nella loro uscita dedicarono tributi resi alle figure di H.P. Lovercraft ed Edgar Allan Poe mentre, ora, con Landor, intendono rendere omaggio all’inglese Savage, tra l’altro sepolto proprio a Firenze,  e quella che fu la sua principale fonte di ispirazione, quel Brevities – Epigrammi che, come ho fatto io, vi invito ad andare a rileggere se volete entrare davvero in questo fantastico mondo musicale proposto dai Goad. Landor pur essendo l’ottava produzione in studio dei Goad è un lavoro costruito con la sapienza di musicisti che si son fatti le ossa a botta di ore ed ore di studio sullo strumento e sulla composizione; qui nulla è fuori linea, qui tutto scorre alla perfezione rendendo la perfezione quel suono che cerchi da tempo e che finalmente arriva dal quel tuo lettore cd che ha visto tante battaglie. Il prog rock travestito da dark non lascia spazio ad interpretazioni, tutto qui va ascoltato come e si assistesse ad un’opera, anzi, a noi è successo, ad un certo punto del viaggio sonoro, ci è sembrato per un attimo di rivivere il sogno di un Paganini virtuoso che potremmo davvero definire il primo rocker della scena italiana. Landor è un concept album a tutto tondo, dove i testi sono proprio quelli del poeta Savage che sarebbe davvero contento, se fosse in vita, di vedere il proprio lavoro trasformato in un classico del rock con i propri epigrammi e le brevi scritte quand’era di questa terra che ora sono musica che vanno oltre il muro della morte terrena. Certo che anche la presenza di Maurilio Rossi, basso per i Campo Di Marte nel concerto del 2003 per la registrazione del live Concerto Zero apporta ulteriore esperienza ad una band come i Goad che sono avanti col rock …. che tra atmosfere progressive e dark offrono davvero linfa nuova al nostro rock tricolore. E’ vero cantano in inglese, ma è una questione di stile, e loro lo stile ce l’hanno come ha avuto orecchio la Black Widow che li produce. Questo disco merita tutto il bene possibile per come è concepito, eh si perché più che disco è un vero e proprio concept-album. Proposta del giorno: ascoltatelo, perché  Landor è davvero “grande”!

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