La Janara – Janara

Eredi del dark sound italico e non solo, la voce meravigliosa di Raffaella Cangero accompagnata da una band di tutto rispetto, testi intrisi del folklore più nero della provincia italiana ma soprattutto, a differenza di tante “dark rock band” del momento con voce femminile, una vera e propria esplosione di suoni. Sono questi, in sintesi, La Janara, band fedele ad un suono heavy doom che sa pescare anche nell’underground italiano. Janara pubblicato lo scorso anno per la Black Widow richiama alla mente quelle band che ripropongono band dal suono cupo ed oscuro, uno fra tutti i grandi e mai dimenticati Black Sabbath dei migliori periodi il tutto intriso da scorribande che ricordano molto le sonorità di matrice italiana. Nello scorrere il cd l’ascolto mi riporta ad una storia già raccontata ma che appartiene ad altri contesti musicali, e giusto per citarla senza far torto a nessuno l’opera in questione è Dracula della PFM. Comunque non è tutto nero poi … il petrolio … infatti, qui, ci sono anche bei momenti folkloristici come l’introduzione a Ianva pezzo d’apertura che fa presagire quanto avverrà dopo…o quasi. Sul Rogo è invece il brano che ci fa capire sin da subito quelle che sono le reali sonorità di questa band che non lascia nulla al caso, anzi cura nei minimi dettagli quanto di meglio la musica possa esprimere, sempre poi con la voce di Raffaella Cangero che a tratti fa davvero sognare. Questo primo lavora dei Janara è un disco che convince appieno chi lo ascolta o almeno chi è abituato a certe sonorità che viaggiano sull’onda di un rock a corrente alternata. Janara è un disco che scorre con tanta enfasi, dolcezza e purezza di suoni che sono rari di questi tempi in cui sembano che solo il rumore dei grilli sia ascoltabile. In realtà qui tutto è ispirato alla stregoneria, così come racconta nel suo romanzo Samuel Marolla, appunto La Janara, ispirato all’omonima figura malevola del folklore campano, una strega che esce la notte e si intrufola in case e stalle, sbranando coloro che la scoprono. Ma se le origini sono antiche, come ad esempio il corrispettivo Dianara, ovvero sacerdotessa di Diana, qui la band irpina traduce in musica quanto ispirato dal nome stesso che si portano dietro. Janara è un disco da ascoltare e riascoltare perché è pieno di un bell’heavy rock che a tratti fa sentire la presenza di passaggi progressive di stampo prettamente italiano. E meno male che la nostra tradizione musicale è conosciuta all’estero non solo per i voli pindarici di cantanti italiani che hanno fatto il loro tempo. Se questo è un esordio, aspettiamoci allora unn buon secondo passaggio di questa band, almeno noi lo speriamo!

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