Princess – Princess

Chi fosse interessato ad un progressive ricercato e fastoso beh, allora, questo è proprio l’album che fa per lui (o lei)! Inoltre, come album di debutto c’è da dire che la qualità musicale con cui si presenta è ottima, e questo, di certo, è soprattutto merito di questi ragazzi romani, i Princess, che con le principesse non hanno proprio nulla a che fare. Princess, omonimo disco d’esordio, viaggia su binari che hanno molto a che fare con la teatralità di cui il rock si è sempre nutrito, e di certo questo è merito delle intuizioni di Freddie Wolf che viaggia e fa viaggiare a trecentosessanta gradi la fantasia di chi ascolta uno dei prodotti che meglio si son presentati ai nostri occhi, ehm orecchie. Eh si, perché già dalla copertina gli animali raffigurati in un bel schizzo, sono il simbolo di un suono che ti aspetti davvero vada oltre il muro. Prendiamo ad esempio Theatrical Opera che si suppone possa richiamare momenti di teatralità alla Vincet Price: ebbene anche qui si è presto tratti in inganno perché il bel rock che sprizza dal pezzo, è toccato e modellato da sfumature progressive che gli rendono giustizia per come è stato concepito. Basta ciò a far capire a chi ci legge che qui siamo di fronte ad un primo entusiasmante lavoro di una band che ha già lasciato il segno. Freed  Prisoner diventa già una sorta di narrazione come avviene anche in El Dia Antes Del Manana, Reborn e Losin’ Mr Faith che scivolano via come se si assistesse davvero ad una rock opera d’altri tempi. Poi, come una nave che cambia rotta siamo catapultati in una serie di pezzi di stampo progressive, ma sempre venato da un bell’hard che spesso si muove alla velocità della luce tanto è ben pentagrammato fino a quando, poi, il pezzo che dà il titolo a questa bella autoproduzione, vale a dire Princess, pur nella sua limitatezza esecutiva dimostra le buone capacità di questi ragazzi romani de Roma che come debutto lasciano davvero una buona impressione. Quello che risalta però ai nostri padiglioni auricolari è una composizione un po’ asettica ma comunque in grado di lasciare una bella impronta in un panorama musicale italiano sempre in crescendo. Ancora una cosa: questo album ha poi dalla sua la presenza di alcuni illustri ospiti come Fabio Pignatelli al basso, Massimo Morante alla chitarra, Maurizio Guarini alle keyboards, Agostino Marangolo alle percussioni e Tony Tartarini alla voce, che nel rappresentare la bella ossatura dei Goblin, danno lustro a Princess che non è un album assolutamente da tralasciare. Bene, dal castello della Principessa per ora è tutto! E fate attenzione ai folleti e a tutti i Goblin che ci sono in giro. Buon ascolto!

 

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