T. Rex – Electric Warrior

Non ricordo con esattezza quando ho ascoltato questo disco per la prima volta, ma di certo Electric Warrior è stato uno degli album che ha maggiormente contribuito a forgiare la mia conoscenza musicale, una produzione che mi ha dato l’energia necessaria per spingermi sempre più al di là, per conoscere tutti i segreti di quella musica che amo tanto, il rock, in tutte le sue sfaccettature. Lo consiglierei a chiunque questo lavoro immenso di una band che ha scritto la storia nel rock, e di un Marc Bolan che non è più solo un’icona ma quell’uomo che cadde sulla terra ed alla quale, ne sono certo, il mitico David Bowie si è ispirato (ascoltare dopo Electric Warrior alcuni album del Duca per capire). Qui non c’è nessun richiamo ai precedenti album e non è nemmeno il glam rock degli albori (con l’esclusione di Rip Off), perché le composizioni giocano tra ballate scritte in maniera fantastica, la voce di Bolan e una chitarra elettrica essenziale. E la presenza in alcuni pezzi dell’acustica proiettano davvero Electric Warrior tra le produzioni immortali ed uniche, inimitabili e meravigliose. Basti a ciò ascoltare la splendida Cosmic Dancer che oltre alla chitarra acustica presenta armonie singolari nel suo genere con battute alle quali, e lo credo fermamente, si è ispirato per alcune sue canzoni anche un certo John Lennon. Ma le riflessioni non sono mai abbastanza per descrivere quanto amore possa davvero esprimere questo album dei T. Rex, basta solo sapere che se un album è ancora prodotto, ristampato o è tutt’ora in circolazione, e lo è sempre stato nell’ultimo quarantennio, allora vuol dire che è ormai così importante al punto tale che chi non lo ascolta …. compie un peccato abnorme. In Electric Warrior, Marc Bolan definisce il suono dei T.Rex prendendo spunto da quanto dichiarava un certo Phil Spector che affermava come il suono non deve prendere l’intero spazio ma deve avere un aspetto più dinamico perché va sentito, deve essere denso e stratificato, ricco e strutturato (e se lo afferma un produttore …..). Ma per Bolan ed i T.Rex ciò significava riprendere quanto, a proposito di suono, aveva fatto un certo Jimi Hendrix, per cui lo studio di registrazione per la band diventava una sorta di estensione del concetto musicale e non solo un luogo di produzione. Bolan qui non si accontenta di suonare la chitarra in quel modo primitivo che spesso gli si attribuisce, ma le attribuisce eleganza grazie a cambi di accordi semplici mixati in modo chiaro e trasparente con gli altri strumenti, una tecnica questa sempre osannata e scelta per le sue composizioni anche da un certo Lou Reed che spesso dichiarava che un grande pezzo di rock si fa solo con tre accordi. Electric Warrior è la perfezione assoluta ed ineguagliabile di un condensato di rock, folk e blues intriso di arroganza strumentale e seduzione testuale. E se la copertina di questo disco fu progettata dal gruppo di design inglese Hipgnosis riprendendo un’immagine di un concerto che i T. Rex tennero all’Albert Hall a Nottingham il 14 maggio del 1971, l’album, sin dalla copertina, appunto, è uno dei migliori album pop mai realizzati perché è essenziale, spaziale, melodico e discorde allo stesso tempo, un album che è perfezione assoluta come ce ne sono pochi. L’apertura del disco, affidata a Mambo Sun, è una delle migliori aperture che si possano immaginare, un avvio che è anche una sorta di apripista per pezzi come Monolith, Girl o Cosmic Dancer che vengono dopo. E la maestrìa di Bolan la si nota nel modo in cui si sviluppano gli arrangiamenti delle voci, come avviene in Planet Queen che contiene vocalizzi vorticosi su una base di accordi semplici ed umili. Electric Warrior andrebbe ascoltato nella vita almeno una volta, perché, credetemi, una volta è sufficiente a convincersi del suo immenso valore, un lavoro dove la sperimentazione melodica bolaniana varca i confini blues dello stile chitarristico dell’artista, un Bolan che nel movimento glam del periodo è stato l’unico, dopo l’ascesa e la caduta di Ziggy Stardust, a mantenere saldo il grande circo del glam rock, ecco forse perché Marc si è trasformato in un guerriero elettrico, il circo del glam ne aveva bisogno, e lui lo aveva capito benissimo.

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