Paolo Baltaro – Live Pillheads

Dopo aver ricevuto il disco direttamente dalla Banksville Records di Londra, che sinceramente non avevo ancora ascoltato per questioni di tempo, mi ci ritrovo con un’ulteriore proposta di recensione del mio amico Marcello con il quale abbiamo scambiato un po’ di chiacchiere qualche giorno fa alla stazione centrale di Milano. Rientrato in sede mi accorgo di quanto sia cresciuto il mio lavoro perché,qui, gli arrivi di materiale, non smettono mai ed allora prendo il disco di Paolo Baltaro, un live dal semplice titolo Live Pillheads e il rock infatuato di blues ma anche di psichedelìa invade la casa perché, stanco come sono, ho dimenticato di mettere le cuffie. Ma non sarà forse un caso perché i live vanno ascoltati ad un volume che deve rendere l’atmosfera di un concerto e poi, un disco dove ci mette le mani un certo Phil Strongman è una garanzia,  si perché questo è il nome che è sempre stato dietro i Sex Pistols, quindi un garante del risultato che Baltaro vuol raggiungere con Live Pillheads. E Paolo questo risultato lo raggiunge appieno e sappiamo tutti come i genovesi siano testardi in tutto questo. L’apertura affidata a Another Sunny Day dà già l’idea di dove questo live di Baltaro porterà. Il brano è tratto dal suo primo disco Low Fare Flight To The Earth, quello dell’esordio solista dopo le esperienze rock progressive con gli Arcansiel, un brano questo che richiama certe atmosfere tipicamente anglosassoni che viaggiano tra un pop ed un rock di vecchia memoria. Ma anche il secondo pezzo di questo live, You’ll Never Die One Me, è tratto da quello scoppiettante esordio del nostro che si apre ad un rock che a noi personalmente riporta a band da grandi nomi, soprattutto in zona hard. Swimmer In The Sand con la sua dolce apertura di pianoforte è un prog rock di una fattura che ricorda i grandi Marillion, ma qui il grande è Baltaro che sfodera un pezzo da incorniciare pieno di melodia e passaggi misurati che se da un lato cambiano l’andamento del pezzo dall’altro sembrano davvero glorificare la musica rock ed i suoi richiami a stilemi che non moriranno mai e che in un live rendono molto di più. Come molto di più rende  Angel Of March che è un pezzo del 2004 che Baltaro ha preso in prestito dagli Arcansiel nel quale ha avuto una lunga militanza e di certo una delle più importanti band italiane di neo progressive. E l’epopea di un progressive d’altri tempi lo si sente particolarmente in questa  live version inserita in questo interessante Live Pillheads. Anche Brightest Moon si dona all’ascolto con un rock che ci fa viaggiare oltre la sensibilità e raggiunge vette che generano un sound di tutto rispetto. Qui passaggi blues ed intarsi di prog producono un’atmosfera unica che lascia ampi margini alla fantasia e ad un viaggio della mente nella musica più bella che ha caratterizzato i nostri anni passati. E’ qui che ci si accorge come Live Pillheads sia in grado di giocare in maniera piacevole tra jazz, rock e blues. Il pezzo precedente invece, I Don’t Mind  ci sembra proprio azzeccato nella scaletta live, e qui il cantato al megafono ricorda da lontano un Ian Anderson dei Jetrho Tull anche se poi si viaggia a tutto blues con un bel intreccio di strumenti ed alla fine il pezzo sembra ricordare da lontano certi Cannet  Heat che se si fossero trovati al concerto di Baltaro di sicuro gli avrebbero chiesto di fare una jam insieme. Con Bike invece veniamo calati nella psichedelica di un Barrett che resta sempre un punto di riferimento per tanti che come noi oltre ad amare l’artista, hanno amato i Pink Floyd fino ad un certo punto della loro carriera quando un certo Roger Waters decise poi di andarsene. E se Italian Guns è tutto un correre sulle corde e tastiere con calibrate svisature che viaggiano sempre tra rock e blues, la voce di Baltaro fa la sua parte, come lo ha fatto finora in tutto il disco, rendendo il pezzo un mix di blues, rock, progressive, jazz il tutto miscelato con grande esperienza e reso alla grande per la gioia del pubblico in sala (e non solo quello). E se  Cole Porter And Frankz’s Birthday Party la versione sembra avvicinarsi più ad uno stile hendrixiano, in nfondo quello che predomina in tutto l’album è una predominazione del rock a discapito di tutti gli stili ai quali Baltaro fa riferimento in certi passaggi. Il live fin qui ascoltato si chiude con Nowhere Street part II un grande pezzo che merita un ascolto a tutto volume, soprattutto nella parte centrale dove il basso la fa da padrone e cuce la chitarra ad una batteria solida e leggera allo stesso tempo. Live Pillheads di Paolo Baltaro è un disco che merita perché fatto da un musicista che dimostra tutta la sua grande tecnica compositiva affiancandosi ad altri strumentisti di spessore che rendono questo lavoro a dir poco “geniale” per chi ama certo stile di rock. E poi basta considerare che il disco è stato registrato durante il concerto di debutto della nuova band di Baltaro tenutosi lo scorso febbraio alle Officine Sonore di Vercelli.

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