The Winstons – Pictures At An Exibition (2018)

I Winstons si presentano con un lavoro che resterà per molto tempo nei nostri lettori senza che mai ci baleni l’idea di metterlo da parte anche per un’istante 

Quando i The Winstons si presentarono sul palco in una performance che rileggeva l’opera di Modest Mussorgskij, Pictures At An Exibition, probabilmente la band composta da Enrico Gabrielli (Mariposa, Calibro 35), Roberto Dell’Era(Afterhours, Dente, Calibro 35) e Lino Gitto (UFO) avevano bene in mente cosa avrebbero combinato su quell’opera che fu anche oggetto di un live della progressive band Emerson, Lake & Palmer. Ora, con l’uscita di Pictures At An Exibition pubblicato a settembre di quest’anno, i tre camaleonti del rock nostrano, ci fanno rivivere quello che è ormai un classico, anche se stavolta la rilettura è tutta in chiave tricolore perché, i Winstons, dei quali ci siamo occupati in passato sono una delle band italiane più in là di tutte. E veniamo a questo nuovo lavoro di rivisitazione di una delle opere classiche e più interessanti di tutti i tempi che, ancora oggi, resta entusiasmante. Ma, c’è un ma da specificare qui; infatti oltre ai tre musicisti che danno vita ai The Winstons, in questa loro rilettura di Mussorgskji si aggiungono al violino Roberto Izzo e Roberto De Gennaro al vibrafono ed alle percussioni che danno un ulteriore tocco di novità a questo classico dei classici. Ma la comunanza dei Winstons e degli Esecutori di Metallo su Carta parte anche da un certo Andrew Quinn, designer australiano che dopo un approfondito lavoro su Ravel decide di mettere in produzione una sorta di azione live che giocando tra visioni e sound si trasforma in una progressione contemporanea che viene curata proprio dai Winstons e dagli Esecutori di Metallo su Carta. Ora con la pubblicazione di questo lavoro i Winstons dimostrano quanto effettivamente il loro sia un puro suono di ricerca, influenzato si dalle esperienze di ciascuno, ma anche un suono che non eccede mai e che nella semplicità dimostra quanto Gabrielli, Dell’Era e Gitto siano davvero oggi il top. Il disco ripercorre l’opera degli E.L.&.P. con tocchi che variano da forme di sperimentalismo ad inserimenti jazz contemporanei senza mai dimenticare lo stesso classicismo intrinseco dell’opera. In questo percorso siam voluti partire dall’ascolto dell’intera opera classica e dalla rivisitazione che nel 1971 nel fecero gli E.L.&.P. per giungere a questa nuova concezione che viaggia tra movimenti e contaminazioni, concezione tutta nuova che solo i Winstons potevano permettersi (senza nulla togliere ad altri). Pictures At An Exibition è per i Winstons una sorta di gioco sonoro con cui dilettarsi, un game che deve essere tutto un divenire, ed altro se non lo è visto che alla fine il risultato è quello di un disco che non lascia spazio ad alcun commento, tranne quello che probabilmente lo porterà ad essere un classico dei classici. Qui suoni ed armonie si intrecciano in un’opera di gusto gigantesca, quel gusto per un sound che è ricerca pura, una analisi che mette completamente al bando la pomposità dell’opera di Mussorsky. E qui un grande valore va dato a tutti i musicisti che hanno contributo, dal violino di Izzo capace di intrecciare una strana inquietudine sonora che però ben si amalgama con il basso di Dell’Era, al Gabrielli che sa dare alle tastiere quella percussività che non si ritrova facilmente in altri lavori prog del nostro tempo. Ma anche negli altri passaggi contenuti in questo disco, e che si rifanno completamente all’adattamento degli E.L.&.P. (The GnomeThe Hut Of Baba Yaga, etc.), i Winstons danno a questo lavoro quella sferzata di avant-garde che lo rende eccezionale da ogni punto di vista. Un lavoro che resterà per molto tempo nei nostri lettori senza mai che ci baleni l’idea di metterlo da parte anche per un’istante.

Ti potrebbe anche interessare