Alibi – Alibi

Ci troviamo qui di fronte ad un esordio davvero particolare per il sound che gli Alibi sono in grado di scatenare, grazie a quel italico rock che va soltanto apprezzato. E per quanto il suono di questa band possa davvero stravolgere le vostre orecchie, ci sembra che i ragazzi di San Marino abbiano a riferimento sonoro band come Le Vibrazioni ed i Subsonica. Ma ciò è solo apparenza: infatti la loro è una musica dove il rock si esalta in tutta la sua potenza espressiva, oserei dire molto più vicina a band come i mai dimenticati Litfiba, o gli stessi Marlene Kuntz, che nel rock tricolore hanno davvero lasciato una grande impronta. Ritornando a questo esordio, con l’apertura affidata ad un pezzo come Prologo, sembra che da lì a breve ci troveremo in mondi progressive o da space rock mentre, in realtà, si viene catapultati in un rock a tutto spiano dove l’effettistica strumentale e la grande apertura di chitarra ricorda più da vicino l’avvento del grunge. Chi Sono Io è invece un pezzo di rock italico permeato da influenze quasi funk ma che mai si allontanano dal pentagramma rock tricolore. Insomma due pezzi che vanno messi a tutto volume se si vuole apprezzarne sia la qualità compositiva che il risultato finale affidato per lo più a schitarrate stratosferiche che hanno una sola definizione … potenza. Atmosfere più calme sono quelle che ci giungono dalla voce di Enrico Evangelisti che si inserisce, con una timbrica ben amalgamata tra percussioni e basso, tanto da far sembrare il tutto un unicum dove anche la chitarra di Zonzini dice la sua senza nessuna invasione di campo, ma sempre in perfetto equilibrio per un sound che riporta a battiti rock ben più conosciuti. Con Lo Straniero l’influenza dei Marlene Kuntz si sente solo all’inizio, poi  tutto il resto è una composizione personale della band sammarinese che, con questo album d’esordio, fa già capire di che pasta è fatta. E se Come Me si mantiene sulle stesse linee sonore, l’arrivo in cuffia di Eterno ci porta in territori a noi più consoni, quelli prog, che qui richiamano alcuni momenti dell’ultimo stupendo lavoro dei Syndone che quel Mysoginia hanno davvero sfornato un concept “unico”. Spirito è invece una cavalcata a tutto tondo dove metal, grunge e rock allo stato puro si incontrano in una miscela esplosiva che induce a saltare…anche se non ti va! Con Accanto A Te la dolcezza viene imbevuta da una chitarra che riporta (….) ad atmosfere alla Negramaro (!) ma con un certo che di quel Cornell …. che non guasta mai, mentre, Visione, è un vero e proprio intermezzo che gioca tra atmosfere progressive e classiche. Quando si giunge alla decima traccia, Demoni, ci si accorge che questo è il sunto di tutto un percorso che ha fin qui caratterizzato questo disco, un percorso che fa ben capire come la scorrevolezza e l’eleganza rock di questa band è una vera e propria sorpresa che giunge qui in redazione. Alibi è un disco che spinge tra tanti generi che vanno dal rock, al blues, e a tanto crossover che non stanca mai. Ma ora la necessità di ascolti diversi ci pone nella condizione di dire che, comunque, quello appena ascoltato, è anche un disco che si lascerà riascoltare facilmente. E comunque sia gli Alibi arricchiscono ancor più un panorama musicale tricolore sempre in fermento, e se questo è l’esordio…..

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