Con Memorie Dal Futuro oltre ad esordire i Leda, che potremmo dire essere già una bella band marchigiana matura, esordisce anche l’etichetta discografica Il Piccio Records, che ha fiutato un lavoro capace di sorprendere ed impressionare sin dal primo ascolto se si considera che, generalmente, gli esordi di una giovane band sono sempre pieni di interrogativi. Qui però ci troviamo di fronte ad un bel rock che pur pescando da influenze ben più importanti, lascia una bella impronta al suo passaggio. E ciò grazie anche alla bella voce di Serena Abrami ma anche soprattutto al resto della band che ci sembra essere composta da ottimi musicisti. Sempre più importanza qui in Italia rivestono le band che in questi ultimi tempi sono apparse sulla scena, e sempre più il rock, che addirittura per qualcuno sembrava tramontato, è ben presente nelle sue diverse sfaccettature. Tutto ciò sicuramente perché il segno della creatività giovanile è ormai un dato di fatto, un concetto per nulla astratto dove trovano posto, e sempre più spesso, etichette indipendenti che hanno davvero coraggio ad intraprendere strade del genere. Lo dimostra pienamente l’esempio dei Leda e de Il Picchio Records che non si sono per nulla lasciati influenzare nel contrarre questo matrimonio. Ma se da un lato i contratti sono una cosa ormai assodata, dall’altra vi è il lato prettamente musicale che dimostra come i Leda, che propongono un alternative rock piacevole, non fuoriescono mai dal principio base che solo sulla musica si sviluppano ottimi testi che portano, spesso, a far riflettere. Il loro poi è un rock molto ricercato nei suoni e nell’eleganza con cui ci vengono presentati, molto curati come lo sono i testi che portano chi ascolta a viaggiare su atmosfere che a volte sembrano sfiorare brevi viaggi psichedelici di epoche andate, perfettamente coincidenti con il senso di intimità che ogni tanto fa bene. Tutti i brani del disco, come ad esempio Distanze, Tu Esisti, ma anche in pezzi tiratissimi come Assedio, sembrano che siano stati composti lasciando libertà assoluta ad ogni membro della band, con quella istintività che spesso negli studi di incisione è difficile da trovare. Eppure Memorie Dal Futurosembra essere proprio questo, un viaggio spontaneo tra le percezioni sensoriali più intime che oggi mancano sempre di più grazie alla tempesta di informazioni ed influenze alle quali ogni giorno siamo sottoposti. Potremmo dire che l’album in questione sia nato in una sorta di eremo fuori dal tempo e fuori da ogni luogo se non fosse che a noi piace stare con i piedi per terra, come lo sono anche questi ragazzi marchigiani che, sinceramente, per ora, ci son piaciuti. Speriamo che mantengano questa loro “innocenza compositiva” senza perdersi, come spesso accade, nella ricerca di un posto a tutti i costi. Suggerimenti: non ci sono particolari suggerimenti in merito ai brani da ascoltare perché, per noi questo è un album che va ascoltato tutto poi, dopo la prima volta, chissà cosa potrebbe accadere. Intanto i Leda con Memorie Dal Futuro hanno pienamente dimostrato di che pasta siano fatti. Speriamo in meglio per il futuro!