Clinic – Wheeltappers And Shuters

La musica dei Clinic, band proveniente da quella Liverpool che ha sfornato diversi musicisti iconici, è un rock psichedelico che musicalmente ha alcune somiglianze ai gloriosi Velvet Underground, perché enigmatici e coinvolgenti quanto basta a renderli ormai una certezza. E questa convinzione ci vien data dal loro ultimo lavoro, pubblicato in questo 2019, Wheeltappers And Shunters, che ripercorre tutte le sonorità di cui i Clinic son capaci. La musica è sempre trascinante anche se i testi dimostrano quell’enigmaticità di cui son capaci, ma questo loro ultimo Wheeltappers And Shunters si sviluppa su sperimentazioni sonore che richiamano molto quelle di un certo Syd Barrett e non è un caso se i Clinic sono inseriti in quel filone della psichedelìa che ha forgiato nomi illustri a partire dai Grateful Dead. Ma veniamo ora a questa splendida produzione composta da ben dodici tracce di pure rock psichedelico leggermente contaminato dalle coraggiose sperimentazione che la band propone. L’apertura, affidata a Laughing Cavalier riporta indietro a band come i Kinks che ormai fanno parte della grande storia del rock grazie a quella british invasion che tutti noi ricordiamo. Ed i Clinic con questo brano, oltre a dimostrare di che pasta son fatti, sembra proprio che si divertano a giocare suonando. Brano davvero piacevole che apre al secondo pezzo, Complex, dove certo sperimentalismo elettronico anni settanta riaffiora dalla polvere del tempo continuando a mantenersi con il successivo Rubber Bullets in cui queste linee armoniche sono più rafforzate ed esplicite. Tiger, pezzo di soli trentasei secondi è quasi una preghiera moderna, breve appunto quanto una richiesta che viene rivolta all’Altissimo e nulla più, un pezzo di cui si sarebbe potuto fare a meno, a differenza di Ferryboat Of The Mind  che sin dall’apertura sciorina un sound psichedelico di tutto rispetto con una sonorità che riporta indietro nel tempo proprio a quei Grateful Dead e Velvet Underground di cui parlavamo prima. Ma qui non c’è solo psichedelìa, c’è spazio anche un pop familiare come accade con Mirage tutto giocato sul sintetizzatore ed una dance moderna.  D.I.S.CI.P.L.E., è un brano di brevissima durata che guarda molto ad un post punk di nicchia, una specie di via di mezzo tra Gorilazz e Suicide con influenze alla maniera dei Devo ma resta un brano, comunque, abbastanza fuori dai canoni fino ad ora proposti dalla band. Con Flying Fish invece c’è più profondità grazie ad una linea di basso semplice, una voce che echeggia ed un insieme di altri stumenti apparentemente nascosti ma che danno la giusta enfasi ad un brano che scorre piacevolmente sul piatto. Con Be Yourself/Year Of The Sadist, le atmosphere si fanno leggere, vellutate ma con inserimenti di stampo pinkfloydiano che nell’eco conclusivo della voce richiamano un pò il The Wall che tutti conosciamo ma anche gli albori barrettiani.

Con Congratulation invece, ci troviamo di fronte agli incubi provati dai bambini quando si vedono persi in grandi spazi e non sono in grado di ritrovare i propri genitori. Ansia, paura, fibrillazioni sono il sunto di questo pezzo che è un palpito di paura vera messo in musica con sagacia.  Pieno di vibrazioni è invece Rejoice! Che anticipa quanto accadrà nella successiva e conclusiva New Equations (at the Copacabana)  che sciorina un semplice e piacevolissimo stile garage-rock ma che un pò emula le ombre dei già citati Velvet Underground, una traccia che è un vero e proprio sunto di quanto, musicalmente parlando, i Clinic sappiano fare. Wheeltappers And Shunters contiene musica che riesce ad essere coinvolgente, che evoca i frammenti di una storia inglese racchiusa appieno nell’immagine del cottage in copertina ma che è ben lontana dalle pompose celebrazioni alle quali, gli inglesi sono abituati da tempo immemorabile. I Clinic qui sanno cogliere appieno il senso di una musica che è un coacervo di note tipicamente liverpooliane, come lo è la città di Liverpool che affacciandosi sul mare d’Irlanda ne ingloba una parte della ricchezza sonora di quella terra che si guarda bene dal considerarsi parte del Regno. Wheeltappers And Shunters, un disco che non ci si può perdere. Buon ascolto.

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