Le Orme – Uomo Di Pezza

Uomo Di Pezza è l’album che consacra definitivamente la band di De Rossi, Pagliuca e Tagliapietra, produzione che proietta il loro sound oltre i limiti iniziali catapultandoli così nel prog rock di stampo internazionale. Certo, in rapporto a Felona e Sorona scompaiono quasi del tutto gli elementi caratterizzanti quell’album, ma restano comunque il romanticismo sensuale che contraddistingue le armonie e la leggerezza del progressive italico tutto giocato su scritture musicali che ruotano intorno al moog ed all’organo Hammond. Come abbiamo già detto, l’approccio di base è pienamente ispirato agli E.L.&.P. anche se qui il suono progressive dell’album è più pastorale grazie anche a meravigliosi passaggi acustici di chitarra che, a differenza di quella di Lake, non gioca un ruolo a se stante bensì si amalgama in tutta la musica. Si notano poi, e non le si possono accantonare, ispirazioni dettate dai Van Der Graaf Generator ed in particolare nel brano Alienazione mentre tutto intorno le influenze sono quelle dei blasonati Genesis in particolare quelli di Trespass e Nursery Cryme, album questi che hanno segnato indissolubilmente la storia del prog. Indubbiamente, Uomo Di Pezza, entra di diritto nelle grandi composizioni rock degli anni ’70, un disco che non lascia scampo all’ascolto non solo di chi ama questo genere ma anche a quelli che si avvicinano a sound diversi ma con alla base, sempre e comunque, il rock. L’album si presenta con registrazioni in studio eccellenti per qualità, pause manipolate e sviluppi vocali da sogno, che trasformano la leggerezza di un rock primordiale e semplice in un maestoso e compatto nuovo rock “spaziale”. I testi sono ben bilanciati con la musica e tutta la riuscita dell’album è quanto di meglio ancora oggi ci possa essere per il prog rock tricolore. In rapporto poi a Collage in Uomo Di Pezza ci si trova di fronte ad una musicalità più pensata e creativa, e ne è un esempio La Porta Chiusa che fan ben capire quanto la band veneta sia maturata nel tempo; ma anche con Figure Di Cartone e Aspettando L’Alba la vitalità della band passa attraverso una bellezza malinconica e la scrittura dei testi che evidenzia la grande professionalità del Le Orme che hanno raggiunto ormai le vette musicali internazionali. La voce di Tagliapietra in quest’album è quanto di più bello si possa avere, e se non ci sbilanciassimo troppo potremmo dire che sia quasi alla pari di Big Francesco che nello stesso periodo, con il Banco, faceva delle liriche l’essenza della nuova tendenza progressive. A ciò poi se si aggiungono i due brani più baroccheggianti come Gioco Di Bimba – che tutti conoscono, anche quelli che ancora dovranno venire al mondo – e Breve Immagine, altro pezzo meritevole di attenzione, beh allora si può dire che con Uomo Di Pezza, Le Orme compiono definitivamente un passo in pieno territorio progressive contribuendo in modo unico, e fantastico, a contaminare di baroccheggianti atmosfere un genere che sembrava destinato solo a pochi eletti.

La qualità e le sonorità di Uomo Di Pezza faranno sì che il disco diventi ben presto la vera e propria copertina di presentazione del rock progressivo italiano, ed infatti, alla band veneziana, ben presto si affiancheranno grandi nomi come quelli del Banco Del Mutuo Soccorso e Premiata Forneria Marconi. Peccato che ci accorgiamo solo ora che si sta parlando di uno dei più importanti periodi della musica rock italiana, ma non fa nulla perché siamo pronti a rimettere Uomo Di Pezza sul piatto del nostro giradischi.

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