SAVELLI/MANZI – GETTARE LE BASI

Alex Savelli e Massimo Manzi si avvalgono in questo esordio di molte collaborazioni dando vita ad un album di tutto rispetto

Quando si ascolta questo lavoro quello che salta subito in mente è una certa affinità con un sound d’altri tempi, come fu quello degli Area; poi la compattezza dei suoni e la forza che possiedono ci trascinano nelle pieghe della loro potenza assoluta. Ascoltare per credere il primo pezzo GB 01 che ospita Luca Fattori. Ma veniamo a questa prima produzione di Alex Savelli e Massimo Manzi che realizzano un disco dove la libertà d’espressione è alla massima potenza, si perché ognuno dei due apporta al disco, mettendo a disposizione dell’altro, le proprie conoscenze, gli amori musicali, praticamente la propria pelle…sonora. Ed il duo dimostra come sia facile, per loro, viaggiare tra influenze jazz, rock, rock’n’roll, frutto di una esperienza a 360 gradi che oltre ad essere notato lo si sente, eccome. Basta questo ulteriore passaggio, quello chiamato GB 03 dove viene ospitato il maestro Antonio Stragapede, pugliese, capace di portare la chitarra classica a confronto con tecniche, stili e generi musicali differenti, dal jazz alla musica sud americana, dal liscio al klezmer, alla musica popolare italiana) per capirlo. Ed i percorsi musicali sono davvero tutti da ultra-ascolto, non c’è che dire.  Con GB 04 arriva anche la collaborazione di Alessandra Mostacci, nota per essere stata oltre che compagna di vita, anche la pianista di Freak Antoni. E la Mostacci insieme a Manzi dà al pezzo una formidabile e consistente vena di americanità rock. La successiva GB 05 vede invece la partecipazione di Massimo Tagliata, siracusano di origine, in possesso di una versatilità musicale unica grazie al quale si addentra in diversi generi musicali, dal jazz al tango, dalla musica popolare alla canzone d’autore, e la sua fisarmonica è proprio lo strumento che apre questo pezzo altrettanto fantastic infarcito di generi, terribilmente piacevole all’ascolto. Probabilmente uno dei migliori pezzi di questo album d’esordio in cui vengono davvero gettate le basi di un sound tutto a venire. Quando tocca a GB 06 i ricordi riaffiorano; eh già perché qui la collaborazione di Pippo Guarnera ci riporta al periodo in cui lo stesso musicista collaborava con quella Napoli Centrale, quella band che ha fatto la storia della musica italiana. E l’influenza del grande tastierista si sente eccome perché questo è davvero un brano che brilla …. ma gli altri non son da meno di sicuro.  GB 07 con Terence Todaro segna un percorso melodico che riporta nel rock anche se poi qui è tutto il lavoro che è infarcito di pure rock. Poi giunge il momento di un pezzo tutto da ascoltare e riascoltare, quel GB 08 che punta direttamente al jazz, rafforzato dalla presenza di Guglielmo Pagnozzi, bravissimo sassofonista che ha avuto esperienze con Rava, Fresu ed altri, pezzo che vede coinvolto anche Carlo Mayer che con il flauto caratterizza ancor più la ritmabilità del passaggio. L’atmosfera fino a qui jazzata, viene abbandonata con GB 09 che ci riporta al buon vecchio rock con la presenza della chitarra distorta, la voce di Michele Menichetti e le percussioni di Ivano Zanotti. L’album si chiude poi con gli ultimi due passaggi, GB 10 e GB 11 tra jazz, rock, ed una chitarra che sembra lanciare veri e propri ululati.  Alex Savelli e Massimo Manzi che hanno un passato glorioso di collaborazioni con nomi quali Ares Tavolazzzi, Pat Metheny, Ian Anderson, Stefano Bollani e così via, con Gettare Le Basi ci regalano un primo album ricco di genialità musicali, di libera espressione compositiva, ma anche e soprattutto di tanta intelligenza.

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