Come Back To Zero – Pull The Plug

La prima cosa che mi ha colpito di questo bell’album d’esordio è stata la copertina. Non è che le copertine ispirino sempre nell’immediato sensazioni e riflessioni di genere, ma questa volta già dall’artwork ho iniziato a volare oltre confine e vi spiego il perché.

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The Cure – Disintegration

In attesa di vederli all’opera in Italia all’interno di Firenze Rocks e di conoscere qualcosa in più del loro, probabile ed imminente, ritorno discografico, ci rimmergiamo nella loro discografia analizzando un album tra i migliori dei The Cure che tra l’altro, quest’anno, compie ben trent’anni: Disintegration.

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The Cure – The Head On The Door

Dopo il deludente The Top, i The Cure di Robert Smith non eludono le aspettative dei propri fan perché sfornano un nuovo lavoro, The Head On The Door, in cui sono finalmente al top di quella fusione tra pop e dark che da tempo avevano inseguito con le precedenti produzioni ed in particolare con gli ultimi due lavori in ordine d’uscita.

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The Cure – Concert: The Cure Live

Nelle nostre recensioni per Rockgarage abbiamo sempre evitato di analizzare produzioni prettamente live perché riteniamo che i suoni prodotti in studio, anche se spesso manipolati (in particolare in quest’ultima èra tecnologica) non sono sufficienti a far capire, leggendo, quelle composizioni e quelle produzioni alle quali gli artisti si affidano per portare al pubblico il loro messaggio musicale.

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The Cure – Faith

Nel 1981, in un’intervista, il leader dei The Cure, band della quale ci stiamo occupando ora, dichiarava “Ho sempre cercato di scrivere un album che fosse unitario, che spiegasse una certa atmosfera nel suo insieme, perché se vuoi esplorare qualcosa, per farlo ti serve più di una canzone”.

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The Cure – Three Imaginary Boys

Tra post-punk e new wave il ritorno dei The Cure è uno tra quelli più attesi del 2019. Ed è proprio in attesa di Robert Smith & C. che ci prendiamo la libertà di ripercorrere la loro carriera attraverso i dischi che recensiremo qui cercando, per quanto possibile, di condurre i nostri lettori in quel viaggio che, più di una volta, attraverso l’ascolto (ed un lontanissimo 30 novembre 1987 al Palasport di Firenze che ci riporta davvero al glorioso passato) abbiamo fatto con vero entusiasmo.

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Zeffjack – Friendless

Se qualcuno di voi avesse voglia di ascoltare della musica che viaggia tra rock, new wave e punk, e comunque musica fatta con l’anima, questo allora è il disco giusto. Anzi, aggiungiamo che le correnti di questa loro interpretazione sembrano sfociare in quella spiccata psichedelìa che successivamente ha tentato di trasformarsi in qualcosa di più complesso.

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